Termodinamica classica/Cicli termodinamici

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Un ciclo termodinamico è definito come una serie di trasformazioni termodinamiche che riportano il sistema allo stato iniziale. Ci sono diversi tipi di cicli, ne studieremo due tipi caratteristici.

Ciclo di politropiche

Consideriamo un ciclo composto da quattro trasformazioni a due a due accoppiate, che siano politropiche, ovvero del tipo pVα=cost. Consideriamo le quattro trasformazioni singolarmente; distingueremo i due tipi di politropiche con diversi esponenti a e b. Le leggi che regolano le quattro trasformazioni, che passano per i quattro stati termodinamici A,B,C,D sono dunque:

pAVAa=pBVBapBVBb=pCVCbpCVCa=pDVDapDVDb=pAVAb

Moltiplichiamo tutte queste espressioni, ottenendo VAaVBbVCaVDb=VAbVBaVCbVDa; rimettendo le cose in ordine:

VA(ab)VC(ab)=VB(ab)VD(ab)VAVC=VBVD

Ovvero il prodotto dei volumi opposti nel ciclo è uguale a due a due, così come resta uguale il fattore di compressione del ciclo, ovvero VBVA=VDVC. Questa è una caratteristica di tutte le politropiche e dei cicli formati da quattro politropiche accoppiate.

Prima di procedere, vediamo l'espressione del calore specifico di una politropica generica. Data la legge pVk=cost, quale sarà il rispettivo calore specifico ck? Ricordiamo che vale

ck=(δQT)k=dUdt+(pdVdT)k

Valutiamo l'espressione di pdV per la politropica:

kpVk1dV+Vkdp=0kpdV+Vdp=0

Ora sfruttiamo questa espressione sostituendola nella legge del gas perfetto, opportunamente differenziata:

pV=nRTpdV+Vdp=nRdTpdVkpdV=nRdTpdV=nRdT1k

Sostituendola nella formula per ck otteniamo:

ck=ncVdTdT+nRdT(1k)dT=ncV+nR1k

Ciclo di Carnot

Il più famoso dei cicli termodinamici è il ciclo di Carnot, composto da due isoterme e due adiabatiche tutte reversibili. Nel piano (p,V) è rappresentato come nell'immagine seguente.

Le isoterme sono a temperatura T1 e T2, con T1>T2.

Calcoliamoci lavoro compiuto/subito e calore ceduto/assorbito per ogni trasformazione:

ABL=nRT1log(VBVA)=Q>0BCQ=0L=ΔU=ncV(T2T1)>0CDL=nRT2log(VDVC)=Q<0DAQ=0L=ΔU=ncV(T1T2)<0

Il lavoro totale compiuto dal ciclo sarà pari a:

Ltot=nRT1logVBVA+nRT2logVDVC

Sfruttando la caratteristica dei cicli di politropiche discussa poco sopra, abbiamo che VDVC=VBVA, quindi otteniamo che il lavoro totale del ciclo è pari a

Ltot=nR(T1T2)logVBVA

Per compiere questo lavoro, ovviamente, è stato ceduto al sistema del calore, che assorbe calore solo nella trasformazione AB. Quando si ha a che fare con un ciclo termodinamico è ininfluente parlare di lavoro compiuto, in quanto si deve cedere del calore al sistema per compierlo; allora un termine di confronto tra cicli è il rendimento, un numero adimensionale definito come:

η=LtotQass

Questo valore è compreso 0<η<1. Il ciclo di Carnot, in particolare, lavora tra due sorgenti, per essere più precisi, lavora con sole due sorgenti, ed è reversibile; per queste caratteristiche, è unico nel suo genere e presenta un rendimento altissimo. Infatti, in base a quanto calcolato prima, possiamo esprimere il rendimento come:

η=nR(T1T2)logVBVAnRT1logVBVA=T1T2T1=1T2T1

Come vedremo col secondo principio, questo valore è il limite superiore per il rendimento di macchine termiche.

Discutiamo brevemente la validità del rendimento. Questo è definito bene per valori del lavoro positivi L>0, dall'espressione vista poco fa abbiamo che

η=LtotQass=|Qass||Qced||Qass|=1|Qced||Qass|

Ora, sul calore assorbito c'è libertà assoluta, ma sul calore ceduto no. Infatti, se il lavoro è negativo, il rendimento non è ben definito, o meglio, ha poco senso una macchina termica a rendimento negativo. Per questo abbiamo due casi limite:

Qced=0η=1Qced=Qassη=0

Quindi otteniamo che 0η1; come vedremo col secondo principio, non potremo però avere un rendimento esattamente uguale a 1.

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