Algebra 1/Numeri/Numeri Naturali
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L’origine dei numeri
L’origine del sistema dei numeri naturali si perde nella notte dei tempi. Non abbiamo documenti sufficienti per capire come l’uomo li abbia costruiti o scoperti; è possibile che il nostro sistema di numerazione sia nato contemporaneamente al linguaggio stesso della specie umana. Sono stati ritrovati tronchi fossili risalenti a più di trentamila anni fa, recanti delle incisioni a distanza regolare. In particolare, è stato ritrovato un osso di babbuino, detto “Osso di Ishango” in quanto è stato rinvenuto presso la città di Ishango nel Congo tra il Nilo e il lago Edoardo, che riporta delle tacche disposte in modo tale da farci pensare che rappresentino dei numeri o dei calcoli. L’osso risale a un periodo tra il 20,000 e il 18.000 a.C.

Possiamo immaginare che i pastori per contare i capi del proprio gregge, facessero delle tacche su dei bastoni mano a mano che le pecore entravano nel recinto una alla volta: una tacca per ogni pecora. Tuttavia, questo metodo di associazione uno ad uno (una tacca per una pecora) non è efficace per greggi, o oggetti da contare, di grandi dimensioni. Si immagini, per esempio, la difficoltà di tracciare cinquecento tacche su un bastone. È possibile allora che per rappresentare numeri grandi si siano cominciati a usare simboli specifici che richiamassero alla mente i numeri grandi e che contemporaneamente siano state fissate alcune regole per associare questi simboli.
Sappiamo per certo che circa 6000 anni fa gli antichi Egizi scrivevano, incidendo sulla pietra, i numeri utilizzando geroglifici per le potenze di 10:

Ripetendo questi simboli è possibile scrivere, per esempio, il numero così:

I Romani usavano invece sette simboli con i quali, seguendo determinate regole, rappresentavano qualunque numero. I simboli sono , , , , , , . La scrittura rappresenta il valore , mentre rappresenta ed invece rappresenta .
Il sistema di numerazione decimale posizionale
Il modo di scrivere i numeri dei Romani risultava piuttosto complicato sia nella scrittura dei numeri sia nell’esecuzione dei calcoli. Il sistema tutt’oggi utilizzato per la scrittura dei numeri fa uso dei soli dieci simboli 0, 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9, che vengono detti cifre. Un numero è rappresentato da una sequenza ordinata di tali cifre (eventualmente anche ripetute).
Per rappresentare il numero dieci, che segue il 9, non si fa uso di un simbolo diverso ma si scrivono due cifre: il simbolo 1 e il simbolo 0 alla sua destra. Per chiarire questo metodo utilizziamo un pallottoliere (figura [fig:pallottoliere]) con aste verticali capaci di contenere fino a 9 dischetti: per rappresentare il numero 10 dispongo un dischetto nell’asta a sinistra e svuotando quella immediatamente alla sua destra: il numero dieci viene rappresentato dalla scrittura 10 che indica appunto 1 dischetto nella seconda asta (iniziando il conteggio da quella più a destra) e 0 in quella immediatamente a destra.

I dischetti sull’ultima asta rappresentano il numero 9; un dischetto sulla penultima rappresenta il numero 10. Per rappresentare il numero cento si fa uso della scrittura 100. Ovvero si sposta il numero 1 ancora a sinistra ponendo uno 0 nel posto lasciato vuoto.
Questo metodo rappresenta i numeri dando ad ogni cifra un peso differente a seconda della posizione che essa occupa all’interno della rappresentazione del numero stesso: ogni posizione occupata da una cifra vale 10 volte di più rispetto a quella che si trova immediatamente alla sua destra. La rappresentazione di un numero è quella che si ottiene riportando il numero di dischetti presenti in ogni asta dell’abaco, uno accanto all’altro. Per esempio, se ci sono soltanto 3 dischetti nella terza asta il numero in cifre è , mentre la scrittura indica 2 dischetti nella terza asta, 1 nella seconda e 9 nella prima. Il sistema di numerazione che utilizziamo, detto sistema decimale, si basa sulle potenze di 10 (sezione [sect:potenza]), che è la base dei pesi assegnati alle posizioni occupate dalle cifre.
Nel pallottoliere ciascuna asta indica una potenza di dieci. Il valore di un numero si ottiene moltiplicando ciascuna cifra per il suo peso e sommando i valori ottenuti.
Per esempio, tre dischetti nella terza asta rappresentano il numero . Il numero si rappresenta tenendo conto di questa scrittura .
Per quanto detto, il sistema di numerazione che usiamo è decimale o a base dieci, perché utilizza dieci simboli (cifre) per rappresentare i numeri, e posizionale perché una stessa cifra assume un peso (valore) diverso a seconda della posizione che essa occupa.
I numeri naturali
I primi numeri che abbiamo usato sin da bambini per contare gli oggetti o le persone si chiamano numeri naturali Template:Testo centrato L’insieme di tutti questi numeri si indica con la lettera .
Cosa hanno in comune le dita di una mano, con 5 mele, 5 penne, 5 sedie? Evidentemente il numero 5. Una caratteristica cioè che è comune a tutti gli insiemi formati da 5 oggetti. Questa caratteristica può essere vista come un oggetto a sé stante, un oggetto astratto di tipo matematico.
Ma i numeri naturali non servono solo per indicare quanti oggetti ci sono (aspetto cardinale del numero), vengono usati anche per rappresentare l’ordine con cui si presentano gli oggetti, (aspetto ordinale), l’ordine per esempio con cui i corridori arrivano al traguardo: primo, secondo, terzo, …
Nonostante i numeri naturali e le operazioni su di essi ci vengano insegnati fin da piccoli, e nonostante l’umanità li usi da tempi antichissimi una loro piena comprensione non è semplice, come dimostra il fatto che ancora oggi i matematici ne discutono. Il dibattito su cosa siano i numeri e su cosa si fondano è stato particolarmente animato nei primi decenni del XX secolo, quando ne hanno discusso matematici e filosofi come Frege, Peano, Russell, Hilbert e tanti altri. Oggi ci sono diversi punti di vista.
Rappresentazione geometrica
I numeri naturali possono essere rappresentati su una semiretta: si identifica il numero 0 con l’origine della semiretta, come verso di percorrenza si prende quello da sinistra verso destra e come unità di misura un segmento . Si riporta questa unità di misura più volte partendo dall’origine e a ogni passo si va al numero successivo.

Ogni numero naturale si costruisce a partire dal numero 0 e passando di volta in volta al numero successivo: 1 è il successore di 0, 2 è il successore di 1, 3 è il successore di 2, ecc. Ogni numero naturale ha il successore e ogni numero, a eccezione di 0, ha il precedente. L’insieme ha 0 come elemento minimo e non ha un elemento massimo.
I numeri rappresentati sulla retta sono sempre più grandi man mano che si procede da sinistra verso destra. Ogni numero è maggiore di tutti i suoi precedenti, quelli che stanno alla sua sinistra, e minore di tutti i suoi successivi, quelli che stanno alla sua destra. Tra i numeri naturali esiste quindi una relazione d’ordine, che si rappresenta con i simboli di disuguaglianza (si legge “minore o uguale a”) e (si legge “maggiore o uguale a”) o disuguaglianza stretta (si legge “minore di”) e (si legge “maggiore di”). Grazie a questo ordinamento, è sempre possibile confrontare due numeri naturali qualsiasi.
Operazioni con i numeri naturali
Addizione e moltiplicazione di numeri naturali
Tra i numeri naturali è definita l’operazione di addizione come segue:
L’operazione di addizione è indicata con il simbolo “”: Template:Testo centrato
Ad esempio, se vogliamo eseguire la somma , dobbiamo partire da 3 e contare 5 numeri successivi:

L’operazione di moltiplicazione può essere indicata con diversi simboli: Template:Testo centrato
Per eseguire la moltiplicazione , che possiamo leggere “quattro volte due”, dobbiamo addizionare 4 volte 2, cioè , e otteniamo 8.
Le operazioni di addizione e moltiplicazione si dicono operazioni interne all’insieme dei numeri naturali, poiché, utilizzando numeri naturali, esse danno sempre come risultato un numero naturale.
Sottrazione di numeri naturali
Diamo la seguente definizione:
L’operazione di sottrazione è indicata con il simbolo “”: Template:Testo centrato
Per esempio, perché .
Non esiste invece la differenza tra 5 e 7, in quanto nessun numero naturale aggiunto a 7 può dare 5.
Ritornando alla rappresentazione dei numeri naturali sulla semiretta orientata, la differenza tra i numeri 7 e 5 si può trovare partendo da 7 e procedendo a ritroso di 5 posizioni.

Diventa allora evidente perché non è possibile trovare la differenza tra 5 e 7, infatti partendo dal 5 non è possibile andare indietro di 7 posizioni, poiché non è possibile andare oltre il numero 0 che è il più piccolo dei numeri naturali.

Si può osservare allora che in la sottrazione è possibile solo se è più piccolo o al più uguale ad .
Divisione di numeri naturali
L’operazione di divisione può essere indicata con diversi simboli:Template:Testo centrato
Se il quoziente esiste, il numero si dice divisore di oppure si dice che è divisibile per .
Template:Algebra1/Osservazione
Come hai potuto notare dagli esercizi precedenti la divisione tra due numeri naturali non è sempre possibile. Con i numeri naturali però è sempre possibile eseguire la divisione con il resto.
In simboli:
La divisione con il resto ci permette di risolvere situazioni in cui dobbiamo dividere o raggruppare persone o altri oggetti indivisibili.
Template:Algebra1/Osservazione
Nel linguaggio matematico diciamo che una divisione del tipo , con , è impossibile; mentre la divisione è indeterminata.
La divisione intera si indica con “”:Template:Testo centrato
L’operazione di modulo viene indicata con “”: Template:Testo centrato
Ripassiamo l’algoritmo della divisione intera per numeri a più cifre; questa procedura risulterà particolarmente utile nel seguito.

(a) quoziente 14 e resto 5;
(b) quoziente 12 e resto 45;
(c) quoziente 736 e resto 87.
Proprietà delle operazioni
Proprietà commutativa
Un’operazione () gode della proprietà commutativa se, cambiando l’ordine dei numeri sui quali essa va eseguita, il risultato non cambia. Template:Testo centrato
La proprietà commutativa vale per le seguenti operazioni:
- addizione
- Es. ;
- moltiplicazione
- Es. .
La proprietà commutativa non vale per le seguenti operazioni:
- sottrazione
- Es. ;
- divisione intera
- Es. ;
- modulo
- Es. ;
- potenza
- Es. .
Proprietà associativa
Un’operazione () gode della proprietà associativa se, presi arbitrariamente tre numeri legati da due operazioni, è indifferente da quale operazione si inizia, in quanto il risultato che si ottiene è sempre lo stesso. Template:Testo centrato
La proprietà associativa vale per le seguenti operazioni:
- addizione
- Es. ;
- moltiplicazione
- Es. .
La proprietà associativa non vale per le seguenti operazioni:
- sottrazione
- Es. ;
- divisione
- Es. ;
- divisione intera
Es. ;
- modulo
Es. .
Elemento neutro
Un’operazione () ha un elemento neutro se componendo con qualsiasi altro numero lo lascia invariato, sia quando il numero è a destra, sia quando è a sinistra dell’operatore. Template:Testo centrato
L’elemento neutro dell’addizione è 0, sia che si trovi a destra che a sinistra: Template:Testo centrato L’elemento neutro della moltiplicazione è 1, sia che si trovi a destra sia che si trovi a sinistra: Template:Testo centrato La divisione ha l’elemento neutro a destra, che è 1, ma non ha elemento neutro a sinistra: Template:Testo centrato In maniera analoga, anche la sottrazione ha l’elemento neutro 0 solo a destra:Template:Testo centrato
Proprietà distributiva
La proprietà distributiva coinvolge due operazioni differenti ( e ). La proprietà distributiva di rispetto a è espressa in simboli: Template:Testo centrato
Proprietà distributiva della moltiplicazione
Rispetto all'addizione Moltiplicare il risultato dell'addizione di più numeri per un altro numero dà lo stesso risultato che moltiplicare ogni addendo per il fattore considerato e addizionare i prodotti ottenuti. Questa proprietà vale sia se la somma è a destra sia se è a sinistra. Template:Testo centrato
Rispetto alla sottrazione In maniera analoga: Template:Testo centrato
Proprietà distributiva della divisione
Rispetto all’addizione Solo se le somme sono a sinistra: Template:Testo centrato
Verifichiamo con un esempio che non vale la proprietà distributiva se le somme si trovano a destra: Eseguendo prima l’operazione tra parentesi si ottiene correttamente . Se si prova ad applicare la proprietà distributiva si ottiene . Il risultato corretto è il primo.
Rispetto alla sottrazione Solo se la sottrazione è a sinistra: Template:Testo centrato
Se, però, la sottrazione è a destra:
Il matematico Carl Friedrich Gauss[1] fu un bambino prodigio. Si racconta che a nove anni il suo insegnante ordinò di fare la somma dei numeri da a . Poco dopo Gauss diede la risposta esatta sorprendendo il suo insegnante. Probabilmente egli aveva scritto in una riga i numeri da a e nella riga sottostante i numeri da a , notando che ogni colonna dava per somma . Quindi, anziché sommare uno ad uno i numeri da 1 a 100, moltiplicando per e dividendo il risultato per , Gauss aveva ottenuto rapidamente la risposta: .
Potenza
La potenza di un numero naturale è una moltiplicazione che ha tutti i fattori uguali.

Quindi, in simboli Template:Testo centrato
Per completezza, alla definizione precedente vanno aggiunti i seguenti casi particolari:
Queste definizioni trovano giustificazione nelle proprietà delle potenze.
Proprietà delle potenze
I Il prodotto di due potenze con la stessa base è uguale a una potenza che ha per base la stessa base e per esponente la somma degli esponenti. Template:Testo centrato
La proprietà segue da questa osservazione: Template:Testo centrato
II Il quoziente di due potenze con la stessa base, la prima con esponente maggiore o uguale all’esponente della seconda, è uguale a una potenza che ha per base la stessa base e per esponente la differenza degli esponenti.
La proprietà segue da questa osservazione: Template:Testo centrato
Lo sviluppo dal primo passeggio al secondo avviene per via della proprietà invariantiva della divisione.
III La potenza di una potenza è uguale a una potenza che ha la base della prima potenza e per esponente il prodotto degli esponenti.
La proprietà segue da questa osservazione:
IV Il prodotto di potenze con lo stesso esponente è uguale al prodotto delle potenze dei singoli fattori.
La proprietà segue da questa osservazione:
V La potenza di un quoziente è uguale al quoziente delle potenze dei singoli fattori.
Le definizioni dei casi particolari di potenze si giustificano nel seguente modo:
Alla potenza non si assegna nessun valore perché applicando la definizione di si dovrebbe avere 1; applicando la definizione si dovrebbe avere 0.
Cenni sull’estrazione di radice
L’operazione inversa dell’elevazione a potenza è l’estrazione di radice.
In simboli: Template:Testo centrato
Per esempio poiché .
Particolare importanza riveste la radice con , detta anche radice quadrata. Ad esempio, la radice quadrata di 25 è 5, cioè , poiché infatti , e anche (). L’uso della radice quadrata è talmente predominante in matematica rispetto a quelle di ordine superiore (quelle con ) che nel caso in cui l’indice della radice non sia specificato si sottintende il valore 2: cioè .
Numeri primi
Osserva il seguente schema
In esso sono descritte alcune caratteristiche del numero 18 e i suoi legami con il numero 6.
Osserva ora il seguente schema
Nella casella centrale, al posto dei puntini, puoi inserire soltanto i numeri 31 o 1.
Per come sono stati definiti i numeri primi e quelli composti si ha:
Template:Div col 0 non è primo né composto;
1 non è primo né composto;
2 è primo;
3 è primo;
4 è composto;
5 è primo;
6 è composto;
7 è primo;
8 è composto;
9 è composto;
10 è composto;
11 è primo;
12 è composto;
13 è primo;
14 è composto.
…Template:Div col end
Template:Algebra1/Osservazione
Criteri di divisibilità
Per verificare se un numero è divisibile per i primi numeri interi si possono applicare i seguenti criteri di divisibilità.
Divisibilità per 2 Un numero è divisibile per 2 se e solo se la sua ultima cifra, quella delle unità, è un numero pari, cioè è 0, 2, 4, 6, 8.
- finisce per 6 quindi è divisibile per 2;
- finisce per 0 quindi è divisibile per 2;
- finisce per 3 quindi non è divisibile per 2.
Divisibilità per 3 Un numero è divisibile per 3 se e solo se la somma delle cifre che lo compongono è divisibile per 3.
- è divisibile per , infatti la somma delle sue cifre è , dato che è divisibile per anche è divisibile per ;
- è divisibile per 3, infatti la somma delle sue cifre è ; 12 è divisibile per 3 dato che la somma delle sue cifre è , quindi anche è divisibile per 3;
- 31 non è divisibile per 3, infatti la somma delle sue cifre è , dato che 4 non è divisibile per 3 neanche 31 è divisibile per 3.
Divisibilità per 5 Un numero è divisibile per 5 se la sua ultima cifra è 0 o 5.
- finisce per 0 quindi è divisibile per 5;
- finisce per 5 quindi è divisibile per 5;
- finisce per 3 quindi non è divisibile per 5;
Divisibilità per 7 Un numero (maggiore di 10) è divisibile per 7 se la differenza (in valore assoluto fra il valore ottenuto dal numero stesso togliendo la cifra delle unità e il doppio della cifra delle unità è 7 o un multiplo di 7.
- 252 è divisibile per 7, infatti è multiplo di 7;
- 49 è divisibile per 7, infatti è multiplo di 7;
- 887 non è divisibile per 7, infatti non è divisibile per 7.
Divisibilità per 11 Un numero è divisibile per 11 se e solo se la differenza, in valore assoluto, fra la somma delle cifre di posto pari e la somma delle cifre di posto dispari è 0, 11 o un multiplo di 11.
- 253 è divisibile per 11, infatti ;
- è divisibile per 11, infatti ;
- 887 non è divisibile per 11, infatti .
Scomposizione in fattori primi
Scomporre in fattori (o fattorizzare) un numero significa scriverlo come prodotto di altri numeri naturali.
In generale, un numero può essere scomposto in fattori in più modi. Per esempio, , ma anche . Il teorema fondamentale dell’aritmetica ci assicura che, se si scompone un numero in fattori primi, questa scomposizione è unica, a meno dell’ordine con cui si scrivono i fattori. Tornando all’esempio precedente è l’unico modo in cui il 12 si può scomporre in fattori primi, a meno che non si scambino di posto i fattori .
I numeri primi sono quindi i mattoni fondamentali dell’aritmetica, poiché gli altri numeri naturali possono essere ottenuti, in maniera univoca, come prodotto di primi.
Sebbene al crescere dei valori considerati i numeri primi diventino sempre più radi, essi sono comunque infiniti, come affermò Euclide[2] con il seguente teorema che porta il suo nome:
Numeri primi e crittografia
Il problema legato alla scomposizione in fattori primi è di notevole interesse per i matematici, poiché non è ancora stato individuato un meccanismo che permette di stabilire se un numero sia primo o meno [3], se non quello di provare a dividerlo per tutti i numeri minori o uguali alla sua radice quadrata, procedura che diventa sempre più lunga man mano che le cifre che compongono il numero da verificare aumentano. Per questo motivo l’utilizzo di valori che siano il prodotto di numeri primi con un numero elevato di cifre è ciò che sta alla base della moderna crittografia, ovvero dei sistemi per la cifratura dei messaggi.
Consideriamo un semplice esempio che può chiarire come funziona il meccanismo di base per inviare messaggi segreti.
Alice deve inviare la sua password, la parola “BACI”, a suo fratello Bruno. Alice trasforma la parola in numeri secondo la semplice regola (assegnando ad ogni lettera il numero cardinale corrispondente alla sua posizione nell’alfabeto). Il messaggio diventa così . Alice moltiplica questo numero per un numero primo “segreto” (che conosce solo lei) e ottiene e invia quest’ultimo numero a Bruno. Chiunque intercetti questo numero non è in grado di individuare la password in chiaro.
Quando Bruno riceve il numero lo moltiplica per un suo numero primo “segreto” (che conosce solo lui) ottenendo e lo invia nuovamente ad Alice.
Quando Alice riceve il numero lo divide per il suo numero primo e quindi lo rispedisce a Bruno, A questo punto Bruno divide il numero ricevuto per il suo numero primo segreto ottenendo . Conoscendo il meccanismo di codifica (relazione tra i numeri e le lettere dell’alfabeto ) Bruno può dunque ricostruire la password “BACI”.
In realtà, i sistemi per lo scambio di messaggi cifrati oggi utilizzati per mezzo dei computer si basano su meccanismi leggermente differenti che evitano il doppio invio di messaggi tra Alice e Bruno. I meccanismi sono essenzialmente due: il primo è detto a chiave simmetrica, in cui sia Alice che Bruno condividono il numero segreto con il quale viene cifrato il messaggio e quindi entrambi possono codificarlo e decodificarlo autonomamente; il secondo, un po’ più complesso ma che dà le stesse garanzie del doppio invio di messaggi (nessuna condivisione del numero segreto tra gli interlocutori), viene chiamato a chiave asimmetrica e si basa sull’utilizzo di un numero segreto ed un numero pubblico da condividere con l’interlocutore.
Va comunque sottolineato il fatto che la robustezza del meccanismo di cifratura sta nella difficoltà intrinseca della fattorizzazione di numeri molto grandi. Ciò non significa che i messaggi rimarranno segreti per sempre: prima o poi saranno decifrati visto che la velocità di calcolo dei computer è sempre in aumento. Per cercare di rendere il processo di decifratura più arduo si possono scegliere chiavi di cifratura composte da numeri primi sempre più grandi.
Massimo Comune Divisore e minimo comune multiplo
Applicando la definizione, il massimo comune divisore tra 18 e 12 si ottiene prendendo tutti i divisori di 18 e di 12:
| divisori di 18: | 18, 9, 6, 3, 2, 1; |
| divisori di 12: | 12, 6, 4, 2, 1. |
I divisori comuni sono 6, 2 e 1. Il più grande dei divisori comuni è 6, quindi .
Per calcolare il massimo comune divisore di due o più numeri si può applicare la seguente procedura:
Per calcolare il minimo comune multiplo tra 6 e 15 applicando la definizione occorre calcolare i primi multipli dei due numeri:
| multipli di 6: | 6, 12, 18, 24, 30, 36, 42, 48, 54, 60, …; |
| multipli di 15: | 15, 30, 45, 60, 75, 90, … |
Sono multipli comuni 30, 60, 90, … Il più piccolo di essi è 30, ovvero . Per calcolare il minimo comune multiplo tra due o più numeri si può applicare la seguente procedura: Template:Algebra1/Procedura
Espressioni numeriche
Nel linguaggio comune alcune frasi possono risultare ambigue. Per esempio <<Luca ha detto Mario è stato promosso>> può avere due significati diversi a seconda di come si inserisce la punteggiatura: scrivendo <<Luca, ha detto Mario, è stato promosso>> significa che è stato promosso Luca; scrivendo <<Luca ha detto: Mario è stato promosso>> significa che è stato promosso Mario.
Anche nella matematica, quando abbiamo più operazioni da eseguire, dobbiamo chiarire l’ordine con cui esse devono essere eseguire. Per esempio, l’espressione può valere 14 oppure 20, infatti:
- eseguendo per prima la moltiplicazione si ha ;
- eseguendo per prima l’addizione si ha .
Per eliminare queste ambiguità sono state fissate alcune regole che bisogna rispettare nell’esecuzione dei calcoli. Intanto diamo la seguente definizione:
Regole per semplificare le espressioni
I Se un’espressione contiene solo addizioni, le operazioni si possono eseguire in qualsiasi ordine, grazie alla proprietà associativa dell’addizione.
II Se un’espressione contiene solo moltiplicazioni, le operazioni si possono eseguire in qualsiasi ordine, anche in questo caso grazie alla proprietà associativa della moltiplicazione.
III Se un’espressione, senza parentesi, contiene più sottrazioni, si deve procedere eseguendole nell’ordine in cui sono scritte, la sottrazione infatti non gode né della proprietà associativa né di quella commutativa.
IV Se un’espressione senza parentesi contiene solo addizioni e sottrazioni, le operazioni si devono eseguire nell’ordine con cui sono scritte.
V Se un’espressione senza parentesi contiene solo divisioni, le operazioni si devono eseguire nell’ordine nel quale sono scritte.
VI Se un’espressione senza parentesi contiene addizioni, sottrazioni, moltiplicazioni, divisioni e potenze, si eseguono prima le potenze, poi moltiplicazioni e divisioni, rispettando l’ordine con cui sono scritte, e poi addizioni e sottrazioni, rispettando l’ordine.
VII Se l’espressione contiene una coppia di parentesi si devono eseguire prima le operazioni racchiuse nelle parentesi, rispettando le regole precedenti; si eliminano poi le parentesi ottienendo un’espressione senza parentesi alla quale devono essere applicate nuovamente le regole precedenti.
VIII Se l’espressione contiene più ordini di parentesi, si eseguono per prima le operazioni racchiuse nelle parentesi più interne, rispettando le regole precedenti, si eliminano le parentesi e si procede considerando la nuova espressione. Se ci sono ancora delle parentesi si eseguono per prima le operazioni contenute nelle parentesi più interne, rispettando le regole precedenti, si eliminano le parentesi e si procede considerando la nuova espressione. E così via.
Per facilitare il riconoscimento dei livelli di parentesi, in genere si usano le parentesi tonde per il primo livello (quello più interno), le quadre per il secondo livello e le graffe per il terzo livello (quello più esterno). L’uso di parentesi di diverso tipo rende visivamente più evidente l’ordine da seguire nelle operazioni, ma in un’espressione le parentesi possono anche essere soltanto tonde. Ciò accade, per esempio, quando si usano gli strumenti di calcolo elettronico come il computer e la calcolatrice.
Esercizi del capitolo
- ↑ matematico, astronomo e fisico tedesco (1777 - 1855).
- ↑ matematico e scienziato della Grecia antica (367 ca. - 283).
- ↑ si tratta della dimostrazione dell’ipotesi di Riemann, uno dei 7 Millennium problems elencati il 24 maggio 2000, ovvero questioni matematiche ad oggi (2014) ancora non dimostrate (tranne una). Vista l’enorme difficoltà nel riuscire nell’intento, il Clay Mathematics Institute ha messo in palio un milione di dollari per la dimostrazione di ognuna di esse