Algebra 2/Numeri reali e radicali/Radicali

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Radici

Radici quadrate

Ricordiamo che il quadrato di un numero reale a è il numero che si ottiene moltiplicando a per se stesso. Il quadrato di un numero è sempre un numero non negativo; numeri opposti hanno lo stesso quadrato: (+3)2=9,  (2)2=+4,  (5)2=(+5)2=+25.

L’operazione inversa dell’elevamento al quadrato si chiama radice quadrata. La radice quadrata di un numero reale a è allora quel numero che elevato al quadrato, cioè, che moltiplicato per se stesso, dà il numero a.

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Il simbolo è il simbolo della radice quadrata; il numero a è detto radicando, il numero b è detto radice quadrata di a.

Dalla definizione a2=a con a0, quindi 81=9 perché 92=81; 964=38 perché (38)2=964.

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Radici cubiche

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Puoi notare che la radice cubica di un numero reale esiste sempre sia per i numeri positivi o nulli, sia per i numeri negativi.

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Osserva che la radice cubica di un numero mantiene sempre lo stesso segno del numero in quanto il cubo di un numero reale conserva sempre il segno della base.

Radici n-esime

Oltre alle radici quadrate e cubiche si possono considerare radici di indice qualsiasi. Si parla in generale di radice n-esima per indicare una radice con un qualsiasi indice n.

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Quando si tratta con le radici n-esime di un numero reale, bisogna fare attenzione se l’indice della radice è pari o dispari. Si presentano infatti i seguenti casi:

  • se l’indice n è dispari an è definita per qualsiasi valore di a, inoltre è negativa se a<0, positiva se a>0 e nulla se a=0;
  • se l’indice n è pari an è definita solo per i valori di a0 e si ha che an0.

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Condizioni di esistenza

Quando il radicando è un’espressione letterale dobbiamo fare molta attenzione a operare su di esso. Le condizioni di esistenza, in breve si può scrivere C.E., di un radicale con radicando letterale, sono le condizioni cui devono soddisfare le variabili che compaiono nel radicando affinché la radice abbia significato.

Supponiamo di avere A(x)n con A(x) espressione nella variabile x, dobbiamo distinguere i seguenti casi:

  • se n è pari la radice esiste per tutti i valori di x che rendono non negativo il radicando, cioè C.E.A(x)0;
  • se n è dispari la radice esiste per qualsiasi valore della variabile x, purché esista il radicando stesso.

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Potenze ad esponente razionale

In questo paragrafo ci proponiamo di scrivere la radice n-esima di un numero reale a0 sotto forma di potenza di a, vogliamo cioè che sia: an=ax.

Caso con esponente positivo   Elevando ambo i membri dell’uguaglianza alla potenza n otteniamo: (an)n=(ax)n da cui si ottiene a=anx. Trattandosi di due potenze con base a0, l’uguaglianza è resa possibile solo se sono uguali gli esponenti. In altre parole, deve essere: 1=nxx=1n, quindi: an=a1n.

Vediamo ora di generalizzare la formula. Sia m un numero intero positivo, possiamo scrivere amn=(a1n)m e quindi amn=(an)m.

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Caso con esponente negativo   Per definire la potenza ad esponente razionale negativo è necessario imporre la restrizione a0, infatti risulta: amn=1amn=(1a)mn

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In generale si dà la seguente

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Perché abbiamo dovuto imporre la condizione che a sia un numero positivo? Partiamo dall’espressione a1n con n{0}, se n è dispari la potenza a1n è sempre definita per ogni valore della base a, mentre se è pari a1n è definita solo per a0.

Nel caso generale, quindi, amn con mn la formula amn=(an)m è falsa se a<0.

Consideriamo il seguente esempio: (2)66=[(2)16]6=(26)6 non è definita nei numeri reali perché non esiste la radice sesta di un numero negativo. Tuttavia possiamo anche scrivere Template:Testo centrato Arriviamo pertanto a due risultati differenti.

Per estendere la definizione al caso di basi negative sarebbe necessario stabilire un ordine di priorità delle operazioni ma ciò andrebbe contro la proprietà commutativa del prodotto degli esponenti di una potenza di potenza.

Semplificazione di radici

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Se il radicando è un’espressione letterale, quindi è possibile che sia positiva che negativa, dobbiamo scrivere Template:Testo centrato

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La proprietà invariantiva si può applicare per semplificare i radicali se la base del radicando è positiva o nulla, se fosse negativa si potrebbe perdere la concordanza del segno. Per esempio (2)610(2)35, infatti il primo radicando è positivo mentre il secondo è negativo.

Invece (2)39=23 perché in questo caso la concordanza del segno è conservata, infatti pur essendo la base negativa, l’esponente resta dispari, conservando il segno della base.

Se il radicando ha base negativa e nella semplificazione il suo esponente passa da pari a dispari è necessario mettere il radicando in valore assoluto: (2)610=|23|5.

Se il radicando è letterale si segue la stessa procedura: ogni volta che studiando il segno del radicando si trova che la base può essere negativa, se l’esponente del radicando passa da pari a dispari, si mette il modulo per garantire la concordanza del segno: x610=|x3|5C.E.x.

Moltiplicazione e divisione di radici

Prima di operare con i radicali letterali, è necessario determinare le condizioni di esistenza: il prodotto di due radicali esiste là dove sono soddisfatte le condizioni di esistenza di tutti i fattori; il quoziente esiste là dove sono soddisfatte le condizioni di esistenza di dividendo e divisore, con il divisore diverso da zero.

Moltiplicazione e divisione di radici con lo stesso radicando

Per effettuare la moltiplicazione o la divisione tra radici aventi lo stesso radicando si possono trasformare le radici in forma di potenze con esponente razionale e utilizzare le proprietà delle potenze.

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Moltiplicazione e divisione di radici con lo stesso indice

Il prodotto di due radici che hanno lo stesso indice è una radice che ha per indice lo stesso indice e per radicando il prodotto dei radicandi: Template:Testo centrato

Allo stesso modo, il quoziente di due radici che hanno lo stesso indice è una radice che ha per indice lo stesso indice e  per radicando il quoziente dei radicandi: Template:Testo centrato

Per rendersi conto di questa proprietà si possono trasformare le radici in potenze ad esponenti razionali e applicare le proprietà delle potenze: Template:Testo centrato

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Moltiplicazione e divisione di radici con indici diversi

Per moltiplicare o dividere radici con indici differenti è necessario prima ridurre le radici allo stesso indice, cioè trasformarle in radici equivalenti con lo stesso indice usando la proprietà invariantiva. Dopo aver ottenuto radici con lo stesso indice si applica la regola precedente.

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Portare un fattore sotto il segno di radice

Per portare un fattore dentro il segno di radice bisogna elevarlo all’indice della radice: Template:Testo centrato

Ricordando che abbiamo posto a1=a, portare un fattore sotto radice quivale a svolgere la moltiplicazione tra una radice di indice 1 e una radice di indice n qualsiasi.

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Portare un fattore fuori dal segno di radice

È possibile portare fuori dal segno di radice quei fattori aventi come esponente un numero che sia maggiore o uguale all’indice della radice. In generale si inizia scomponendo in fattori irriducibili il radicando, ottenendo un radicale del tipo amn con mn.

I° modo:  si esegue la divisione intera m:n ottenendo un quoziente q e un resto r. Per la proprietà della divisione si ha m=nq+r quindi amn=anq+rn e per le proprietà delle potenze anq+rn=(aq)narn e per la regola del prodotto di due radici con medesimo indice si ottiene: Template:Testo centrato Notiamo che il fattore “fuori“dalla radice ha per esponente il quoziente della divisione intera, mentre il fattore che rimane “dentro“ha per esponente il resto della divisione stessa. Template:Testo centrato

II° modo:  si può trasformare la potenza del radicando nel prodotto di due potenze con la stessa base; una avente esponente multiplo dell’indice della radice e l’altra avente per esponente la differenza tra l’esponente iniziale e il multiplo trovato. Consideriamo il seguente esempio:

a83= il multiplo di 3 più vicino a 8 è 6, quindi Template:Testo centrato

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Quando portiamo fuori dalla radice un termine letterale dobbiamo verificare se l’indice della radice è pari o dispari e se il termine che portiamo fuori è positivo o negativo. In particolare: Template:Testo centrato

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Potenza di radice e radice di radice

Per elevare a potenza una radice si eleva a quella potenza il radicando: (an)m=amn. Si capisce il perché di questa proprietà trasformando, come negli altri casi, la radice in potenza con esponente frazionario: Template:Testo centrato

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La radice di un'altra radice è uguale a una radice con lo stesso radicando e con indice il prodotto degli indici delle radici: anm=amn. Anche questa proprietà si può spiegare con le proprietà delle potenze trasformando la radice in potenza con esponente frazionario: Template:Testo centrato

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Somma di radicali

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Operare con i radicali è simile al modo di operare con i monomi. Infatti è possibile effettuare somme algebriche soltanto se i radicali hanno lo stesso indice e lo stesso radicando, mentre si possono sempre effettuare moltiplicazioni e divisioni dopo averli ridotti allo stesso indice.

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È possibile effettuare somme algebriche soltanto se i radicali sono simili, si eseguono le somme allo stesso modo in cui si eseguono le somme algebriche dei monomi.

Attenzione: l’operazione 2+3=5 è errata in quanto i radicali addendi non sono simili poiché hanno lo stesso indice (2) ma non lo stesso radicando.

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Per semplificare le espressioni che seguono, useremo le procedure di calcolo dei polinomi.

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Le espressioni con radicali possono essere trasformate in potenze con esponente frazionario per poi applicare le proprietà delle potenze:

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Razionalizzazione del denominatore di una frazione

Nel calcolo di espressioni che contengono radicali può capitare che al denominatore compaiano dei radicali. Per semplificare l’espressione e migliorare l’approssimazione si cerca di evitare questa situazione e operare affinché non compaiano radicali al denominatore.[1] Questa operazione prende il nome di razionalizzazione del denominatore.

Razionalizzare il denominatore di una frazione vuol dire quindi trasformare una frazione in una frazione equivalente avente per denominatore un’espressione nella quale non compaiano radici.

I° Caso:  la frazione è del tipo ab.

Per razionalizzare il denominatore di una frazione di questo tipo basta moltiplicare numeratore e denominatore per b, che prende il nome di fattore razionalizzante: Template:Testo centrato

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II° Caso:

la frazione è del tipo abmn  con n>m.

In questo caso il fattore razionalizzante è bnmn. Infatti si ha: Template:Testo centrato

Nel caso in cui n<m, prima di razionalizzare possiamo portare fuori dalla radice parte del radicando.

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III° Caso:  la frazione è del tipo xa+b oppure xab.

Per questo tipo di frazione occorre sfruttare il prodotto notevole (u+v)(uv)=u2v2; ponendo a3=u e b3=v si moltiplicano numeratore e denominatore per il fattore che ci consente di ottenere al denominatore u2v2 cioè a2b2. Il fattore razionalizzante nel primo caso è quindi ab e nel secondo è a+b. Sviluppiamo solo il primo caso, poiché il secondo è del tutto analogo: Template:Testo centrato

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IV° Caso:  la frazione è del tipo xa+b+c

Anche in questo caso si utilizza il prodotto notevole della differenza di quadrati, solo che l’operazione va ripetuta più volte.

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V° Caso:  la frazione è del tipo xa3+b3 oppure xa3b3.

In questo caso si utilizza il prodotto notevole (u+v)(u2uv+v2)=u3+v3 e quello analogo (uv)(u2+uv+v2)=u3v3; ponendo a3=u e b3=v si moltiplicano numeratore e denominatore per il fattore che ci consente di ottenere al denominatore u3+v3 o u3v3, cioè a33+b33 o a33b33. Sviluppiamo soltanto il primo caso: Template:Testo centrato

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Radicali doppi

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Se l’espressione a2b è un quadrato perfetto, i radicali doppi possono essere trasformati nella somma algebrica di due radicali semplici per mezzo della seguente formula: Template:Testo centrato

Dimostriamo la formula a+b=a+a2b2+aa2b2.

  • eleviamo al quadrato ambo i termini dell’uguaglianza ottenendo:

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  • sommiamo i radicali simili e moltiplichiamo quelli con lo stesso indice:

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  • da cui semplificando

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Equazioni, disequazioni e sistemi a coefficienti irrazionali

Avendo imparato come operare con i radicali puoi risolvere equazioni, sistemi e disequazioni con coefficienti irrazionali.

Equazioni di primo grado

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Disequazioni di primo grado

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Sistemi di primo grado

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Esercizi del capitolo

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  1. la divisione per un numero irrazionale comporta un calcolo laborioso e potenzialmente più soggetto ad errori di approssimazione.