Equazioni differenziali alle derivate parziali/Definizione della trasformata di Fourier

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Dopo una breve introduzione, vogliamo definire il concetto di trasformata di Fourier. Essa viene definita naturalmente per funzioni di classe L1 ma, come si vedrà nel corso di questo modulo, risulta piuttosto delicata l'estensione allo spazio L2, che tuttavia è quello di maggior interesse essendo anche spazio di Hilbert.

Teorema (1)

Sia uL1(n). Definiamo trasformata di Fourier di u la quantità

u=u^(k)=1(2π)n/2neik_x_u(x)dx,kn

Definiamo antitrasformata di Fourier la quantità

1u=uˇ(k)=1(2π)n/2neik_x_u(x)dx,kn

Gli integrali che definiscono la trasformata e l'antitrasformata di Fourier altro non sono che degli integrali di Fourier con un'opportuna costante di normalizzazione. Quella usata nella nostra definizione è solo una delle possibili ed è una delle più comuni in fisica. Sappiamo quindi che la trasformata (l'antitrasformata) di Fourier è una mappa che manda uu^(uˇ). Tuttavia è bene chiedersi quale sia la sua immagine.

Teorema (2 Di Plancherel)

Sia uL1(n)L2(n) a quadrato integrabile. Allora

u^L2(n)=uˇL2(n)=uL2(n)

Lo spazio L2(n) è uno spazio di Hilbert,[1] quindi u^ e sono isometrie. Si tenga presente che la trasformata di fourier in realtà è definita su L1(n) e dunque è necessario, per poter rimanere nel campo di validità del teorema appena enunciato, estenderla a L2(n). Questa estensione si può fare lavorando in un particolare spazio detto spazio di Schwarz.

Osservazione (1)

Sia uL2(n). Definiamo una successione {uk}L1(n)L2(n) tale che

ukL2(n)u

ovvero

ukuL2(n)k+0

Allora per questa successione è ben definita la trasformata di Fourier, perché ogni elemento della stessa sta in L1(n). Inoltre si ha che

u^ku^jL2=(ukuj)^L2=ukujL2

Dal momento che uku ed essendo L2 uno spazio di Hilbert, e dunque anche di Banach, si ha che

ukuj0

Questo ci porta a concludere che la successione uk è una successione di Cauchy. In realtà, in virtù dell'uguaglianza scritta qui sopra si ha che pure la successione u^k è di Cauchy. Dunque essa dovrà convergere a una certa funzione gL2(()n) che per definizione chiameremo trasformata di Fourier di u. Stiamo procedendo per "densità": è fondamentale sapere che quelle che usiamo sono isometrie per poter concludere che u^k è una successione di Cauchy.

Possiamo dunque definire la trasformata di Fourier in L2

Teorema (3)

Sia uL2(n), si definisce trasformata di Fourier di u in L2(n) la quantità

g=u^=lim\limits n+1(2π)n/2neik_x_uk(x)dx

Il limite che definisce la trasformata su L2 non è un limite puntuale, ma un limite in media. La trasformata di Fourier è un'isometria di L2(n) in sé stesso.

Teorema (4)

Calcoliamo la trasformata di Fourier di una gaussiana. Sia u(x)=ex22L1(). Dalla definizione abbiamo che:

u^(k)=12πeikxex2/2dx

Detta h(xk)=eikxex2/2, si ha che

hk=ixeikxex2/2

|hk|=xex2/2L1()

Derivando rispetto a ku^(k) si ottiene:

u^(k)=12π(ix)eikxex2/2dx=12πieikxddx(ex2/2)dx=

=12πkeikxex2/2dx=ku^(k)

Dunque u^(k) deve soddisfare la seguente equazione differenziale del primo ordine:

u^(k)+ku^(k)=0

La cui soluzione è

u^(k)=u^(0)ek2/2

Più precisamente, notando che u^(0)=12πex2/2dx=1, si ha che

Ovvero che la trasformata di Fourier di una gaussiana è ancora una gaussiana.

Se la gaussiana non avesse varianza 1, ma un valore arbitrario, poco cambierebbe. Più precisamente, se u(x)=eξx2, avremmo che

u^(k)=12ξek24ξ,x,k

Chiaramente la nostra definizione non è per nulla restrittiva e segue in maniera naturale la sua estensione a n. Sempre con l'esempio della gaussiana avremmo che u(x_)=i=1neξxi2 (notazione dei multiindici), e la sua trasformata di Fourier sarebbe

u^(k_)=1(2ξ)n2ek_24ξ

Note

  1. Per altro l'unico degli Lp(n) a essere spazio di Hilbert.

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