Equazioni differenziali alle derivate parziali/Le soluzioni del problema di Sturm-Liouville

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Template:Equazioni differenziali alle derivate parziali

Ci si vuole occupare della risoluzione del problema di Sturm-Liouville. Innanzitutto si nota che esso può essere scritto in forma generica come:

{u=λu=fB.C.,u𝒟(),fC0((0,L))C2([0,L])

Quindi, risolvere il problema di Sturm-Liouville significa essere in grado di risolvere l'equazione differenziale u=f. Si nota però che la risoluzione di un'equazione non è altro che un problema di inversione. Più precisamente, nel caso in esame, si tratterà di essere in grado di invertire l'operatore per poter scrivere:

u=1f

Chiaramente, affinché quanto appena detto sia fattibile, occorre che ker=0. Pertanto si studierà il problema di cui sopra con l'ipotesi preliminare che non abbia autovalore nullo.

Ora che si è inquadrato il problema, possiamo procedere con la sua risoluzione. Innanzitutto si considerino v1,v2 soluzioni distinte dei due problemi vi=0 con condizioni al bordo date da:

h1v1(0)h2v1(0)=0

H1v2(L)+H2v2(L)=0

È possibile che esistano due soluzioni che soddisfano queste condizioni, a patto di prenderle tra loro linearmente indipendenti. Se v1,v2 non fossero linearmente indipendenti, allora dovrebbero essere una multiplo dell'altra e soddisfare contemporaneamente le condizioni al bordo, ma questa richiesta sarebbe equivalente ad ammettere che abbia autovalore nullo, caso che escludiamo per ipotesi preliminare. Siano dunque v1,v2 linearmente indipendenti. Il wronskiano dell'equazione differenziale di secondo ordine associata al problema per è dato da:

W(x)=|v1(x)v2(x)v1(x)v2(x)|0

Si consideri il seguente lemma:

Template:Riquadro

Si ha che (pW)(x)=cost dal momento che:

(pW)(x)=v1(pv2)v2(pv1)=v1qv2+v2qv1=0

Dunque (pW)=0(pW)(x)=(pW)(0).

Sfruttiamo il risultato del lemma per risolvere v=f come equazione differenziale, usando il metodo di variazione delle costanti. Si ha che:

[v1(x)v2(x)v1(x)v2(x)](c1(x)c2(x))=(0f(x))1p(x)

Da cui si ricavano i seguenti valori per c1,c2:

c1(x)=v2(c)f(x)pW

c2(x)=v1(x)f(x)pW

Da cui è possibile ricavare i valori di c1(x),c2(x) integrando. Avendo osservato nel lemma che pW=cost, gli integrali ne saranno indipendenti. Si ottiene:

u(x)=c1v1(x)+c2v2(x)v1(x)pWxLdyv2(y)f(y)v2(x)pW0xdyv1(y)f(y)

Occorre determinare i valori delle costanti c1,c2 imponendo che u(x) soddisfi le condizioni al bordo. Si ottiene che esse sono soddisfatte se e solo se c1=c2=0. La soluzione dell'equazione differenziale coincide con la soluzione della non omogenea, ottenuta per variazione delle costanti:

u(x)=v1(x)pWxLdyv2(y)f(y)v2(x)pW0xdyv1(y)f(y)

Generalmente la si riscrive come:

u(x)=0L𝒢(xy)f(y)dy,𝒢(xy)=1pW{v1(x)v2(y),0<x<yLv1(y)v2(x),0<y<xL

La funzione 𝒢(xy) si chiama funzione di Green dell'operatore di Sturm-Liouville e coincide con il nucleo integrale di tale operatore. Si osserva quindi che partendo da u=f e trattandolo come un problema di inversione si ottiene che:

u=1f=0L𝒢(xy)f(y)dy

Un'altra importante osservazione che è opportuno fare a questo punto è legata alla regolarità della funzione che si ottiene: partendo dall'azione di un operatore differenziale si è ottenuta una funzione che dipende dall'azione di un operatore integrale, quindi si può concludere che l'inversione del problema di Sturm-Liouville ritorna un risultato, per esempio una funzione, più regolare di quella di partenza.

L'operatore f0L𝒢(cy)f(y)dy è un operatore lineare in C0((0,L))C2([0,L]) e corrisponde all'inverso dell'operatore su 𝒟() se λ=0 non è autovalore per l'operatore di Sturm-Liouville .

La funzione di Green 𝒢(xy) è continua in [0,L]×[0,L]. Collegandoci a quest'ultima osservazione, è opportuno chiedersi anche che cosa si possa concludere sulla derivabilità di 𝒢. Si può concludere che, oltre che continua, la funzione di Green dell'operatore di Sturm-Liouville è anche differenziabile su [0,L]×[0,L], tranne che sulla diagonale x=y. Concludiamo questo modulo con un'importante osservazione che lega autovalori e autovettori dell'operatore di Sturm-Liouville a quelli della funzione di Green ad esso associata.

Si è osservato che, partendo da u=f è possibile trovare l'espressione esplicita di u(x) studiando questo come un problema di inversione. Torniamo ora al caso in cui l'equazione da risolvere sia proprio quella agli autovalori per , ovvero u=λu. In questo caso si avrà che:

u=λ0L𝒢(xy)u(y)dy,u𝒟()

Si definisca:

𝒢u(x)0L𝒢(xy)u(y)dy=1λu

Si conclude quindi che, nell'ipotesi in cui λ0, la coppia (λ,u) è coppia autovalore/autovettore per se e solo se la coppia (1λ,u) è coppia autovalore/autovettore per 𝒢.

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