Equazioni differenziali alle derivate parziali/Le soluzioni dell'equazione di Poisson

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Template:Equazioni differenziali alle derivate parziali

Abbiamo visto che le soluzioni fondamentali del laplaciano possono essere scritte nella forma:

Φ(x)={12πlog(x),n=2,x01nα(n)ωn(n1)1xn1,n3,x0

Esse sono chiaramente funzioni armoniche in n e sono funzioni radiali. Si è anche osservato che Φ(xy), y fissato ma arbitrario, è una funzione armonica in n{y}. Allo stesso modo, anche le funzioni c1Φ(xy1)+c2Φ(xy2) sarà armonica in n{y1,y2} e similmente per una qualsiasi combinazione lineare di funzioni armoniche fondamentale. Ci si può chiedere che cosa accade quando si passa al continuo, ovvero se anche

nρ(y)Φ(xy)dy

È una funzione armonica. Innanzitutto si nota che essa, in n=3 dove assume la forma 3ρ(y)4πxydy, rappresenta la forma di un potenziale elettrostatico/gravitazionale di una distribuzione di massa/carica ρ(y). In generale essa però non è una funzione armonica, ma soddisferà l'equazione di Poisson come afferma il seguente teorema.

Teorema

Sia gC02(n) e sia

u(x)=nΦ(xy)g(y)dy

Allora:

  • u(x)C2(n)
  • u(x) risolve l'equazione di Poisson Δu=g

Premettiamo alla dimostrazione del teorema il seguente importante lemma (2):

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Dimostrazione

Si osserva che l'integrale di cui parla il lemma può essere riscritto dividendo l'insieme di integrazione, come segue:

nΦ(x)Δg(x)dx=B(0,δ)Φ(x)Δg(x)dx+nB(0,δ)Φ(x)Δg(x)dx=I+J

Calcoliamo l'integrale I(δ): se n=2 si ha che Φ(x)=12πlog(x) e quindi:

|B(0,δ)12πlog(x)Δg(x)dx|cΔgLB(0,δ)log(x)dx

c02πdθ0δlog(r)rdrclog(δ)δ2δ00

Se n3 invece si ha che:

|B(0,δ)1nα(n)(n2)1xn2Δgdx|cΔg0δrn1rn2drcδ2δ00

Si ha quindi che n, I(δ)δ00 e pertanto l'unico contributo al calcolo dell'integrale che stiamo svolgendo sarà dato da J(δ). Per J(δ) si ha che, utilizzando la seconda formula di Green, compariranno dei termini di bordo a + che però si annulleranno perché si stanno considerando funzioni armoniche e funzioni a supporto compatto. Pertanto si ha:

nB(0,δ)Φ(x)Δg(x)dx=

=nB(0,δ)ΔΦ(x)g(x)dx=0(nB(0,δ))(Φn^)g(x)dx+(nB(0,δ))Φ(x)gn^dx

Chiamiamo rispettivamente J1,J2 i due addendi in cui è stato scomposto J(δ). Calcoliamo J1: per farlo è necessario ricavare la derivata normale di Φ(x):

Φn^=x2nα(n)xn+1=1nα(n)xn1

Da cui segue che:

J1=1nα(n)δn1B(0,δ)g(x)dxδ0g(0)

Per quanto riguarda il contributo di J2 invece si ha che:

J2=B(0,δ)Φgn^dσcδn2|gn^|B(0,δ)dσcδn1δn2δ00

Si conclude quindi che per δ0 si ha:

nΦ(x)Δg(x)dx=g(0)

La proprietà appena dimostrata vale anche per traslazioni, ovvero:

nΦ(xy)g(y)dy=g(x)

Sfruttando questa proprietà è possibile dimostrare il teorema.

Per dimostrare che uC2(n) si procede in modo analogo a quanto fatto per provare che uϵ usata nel teorema di Liouville era C. Proviamo quindi che u(x) risolve l'equazione di Poisson. Abbiamo che:

Δxu=ΔxnΦ(xy)g(y)dy=nΦ(y)Δxf(xy)dy=f(x)

Quindi

Δu=f

Ovvero, u(x) risolve l'equazione di Poisson.

Si è messo in luce un comportamento piuttosto singolare e importante delle soluzioni fondamentali del laplaciano. Infatti si è notato come, nel passaggio al continuo, esse risolvano l'equazione di Poisson. Ci si può ora chiedere, e sarà oggetto del prossimo modulo la risposta a questa domanda, se le soluzioni trovate ora per l'equazione di Poisson siano uniche o se si possano avere altre soluzioni.

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