Fisica classica/Correnti alternate

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Circuiti LRC

Un circuito RLC

Immaginiamo di avere il circuito mostrato in figura con il condensatore inizialmente isolato e con una carica Q0  tra le sue armature. A tempo t=0  viene chiuso l'interruttore ed, essendoci una induttanza che si oppone alla variazione del flusso, inizialmente la corrente è nulla e poi incomincia a fluire. L'equazione differenziale che fa la fotografia del circuito tra l'istante iniziale e un tempo generico t0  è la seguente:

Q(t)C=LdI(t)dt+RI(t) 

Con I=dQdt , avendo sottinteso la dipendenza dal tempo della corrente e della carica.

Animazione che mostra come in un circuito LC evolvono nel tempo la carica tra le armature del condensatore e la corrente. Di conseguenza l'energia oscilla tra il condensatore e l'induttanza. Un circuito LRC ha un comportamento simile, eccetto che la corrente oscillante decade nel tempo a causa della resistenza presente nel circuito.

L'equazione differenziale nella sola variabile Q è quindi:

Ld2Qdt2+RdQ(t)dt+QC=0  (1)

Una equazione formalmente eguale a quella dell'oscillatore armonico smorzato.

La funzione soluzione generale di una equazione differenziale di questo tipo è: Aeαt  che sostituita nella eq.1:

Lα2Aeαt+RαAeαt+1CAeαt=0 

Trasforma l'equazione differenziale in una equazione di secondo grado in α 

Lα2+Rα+1C=0 

Le cui soluzioni sono evidentemente:

α1,2=R2L±R24L21LC 

Se:

R24L2<1LC 

Le soluzioni sono immaginarie quindi detto: ω02=1LC  ed ω2=ω02R24L2  con quindi ω<ω0 .

α1,2=R2L±jω 

Quindi la soluzione generale del problema è una combinazione lineare delle due soluzioni trovate:

Q(t)=aeRt/(2L)+jωt+beRt/(2L)jωt 
Q(t)=eRt/(2L)[aejωt+bejωt] 

Usando la formula di Eulero:

Q(t)=eRt/(2L)[acos(ωt)+jasin(ωt)+bcos(ωt)jbsin((ωt)] 

I valori a e b dipendono dalle condizioni iniziali che sono:

Q(t=0)=Qo=a+bI(t=0)=0=R2L(a+b)jω(ab) 

da cui:

j(ab)=QoRω2L 

Quindi:

Q(t)=QoeRt/(2L)[cos(ωt)+Rω2Lsin(ωt)]  (2)

per R4LC  si ha che ωωo  e l'oscillazione è periodica: l'energia con buona approssimazione si conserva e passa al alternativamente dal condensatore all'induttanza, come mostrato nell'animazione.

Nel caso che:

R24L2>1LC 

le soluzioni sono reali e smorzate in maniera esponenziale, con esponenti di smorzamento:

α1,2=R2L±R24L21LC 

Quella con segno - che viene attenuata più rapidamente, mentre l'altra soluzione mostra una attenuazione più lenta, ma non si ha nessuna oscillazione, in quanto l'energia più ho meno velocemente viene dissipata nella resistenza.

Infine nel caso in cui:

R24L2=1LC 

la soluzione dell'equazione si dimostra essere:

Q(t)=Q0[1+R2Lt]eRt/(2L)  (3)

Questo caso viene denominato smorzamento critico: questo è il caso in cui più velocemente viene dissipata l'energia iniziale.

Circuiti in Corrente alternata

Segnali periodici

Una grandezza si dice periodica se:

f(t)=f(t+T) 

La quantità T  è chiamata "periodo".

Tutte le grandezze periodiche si possono descrivere come sommatorie di funzioni sinusoidali o cosinusoidali cioè mediante serie di Fourier:

f(t)=a0+n=1Ansin(nωt+φn)  (4)

Dove ω=2π/T  è la pulsazione e l'indice n  è un intero che identifica le varie armoniche. Oltre alla analisi matematica delle funzioni, vi sono strumenti elettronici e software che fanno automaticamente tali operazioni e permettono di trattare separatamente le varie armoniche.

Una grandezza si dice alternata se è periodica ed ha valore medio nullo cioè se:

tt+Tf(t)dt=0 

Di conseguenzanello sviluppo di Fourier il primo termine a0=0 . La funzione all'interno del periodo assume sia valori positivi che negativi che hanno lo stesso peso. Per una grandezza alternata dato che il valore medio è identicamente nullo, viene caratterizzata, tra le varie proprietà dal valore quadratico medio od efficace definito come:

feff=1T0Tf(t)2dt  (5)

In particolare se è presente solo la prima armonica cioè se: f(t)=Asin(ωt+φ) 

si avrà che:

feff=1T0TA2sin2(ωt+φ)dt=A2TT2π02πsin2(x+φ)dx=A22π1202πdx=A2  (6)


Reti elettriche con generatori cosinusoidali

Simbolo del generatore di tensione alternata

Immaginiamo di avere un generatore di tensione cosinusoidali ad esempio un l'alternatore visto nel capitolo precedente, cioè un generatore che fornisca una f.e.m. alternata del tipo:

V(t)=Vocosωt 

Un generatore di questo tipo si rappresenta come in figura, ovviamente per quanto detto precedentemente è caratterizzato dal valore massimo Vo  o se si preferisce dal valore efficace Veff=Vo/2  .

Ad esempio la alimentazione delle nostre case è a una frequenza ν=ω/(2π)=50 Hz, è sinusoidale, ed ha una ampiezza Vo=311 V, ma viene indicata con il suo valore efficace di Veff=220 V.

Se un tale segnale alimenta un circuito composto da sole resistenze di valore totale R  il comportamento non è diverso da quanto visto per la legge di Ohm in corrente continua, si ha che il circuito sarà percorso da una corrente:

I(t)=VoRcosωt 
Generatore di tensione alternata su un carico resistivo

Quindi la potenza fornita dal generatore, coincide con quella dissipata per effetto Joule e istante per istante vale:

Pf=V(t)I(t) 

Cioè in media:

Pm=1T0TPfdt=IeffVeff 

Anche se l'elemento non rispetta la legge di Ohm cioè la relazione tra I e V non è lineare, ad esempio una lampadina a basso consumo, la potenza media elettrica assorbita è sempre eguale al prodotto della corrente e tensione efficace.

La ragione quindi per cui si parla di grandezze efficaci, quando si ha che fare con grandezze alternate, è connesso con il fatto che vi sia una corrispondenza per gli effetti termici o di trasformarzione dell'energia tra corrente e tensioni alternate e continua.

L'aggiunta di condensatori e induttanze cambia sostanzialmente le cose, a parte i problemi legati ai transitori che esistono ugualmente nei circuiti in corrente alternata, e che qui vengono trascurati per non complicare ulteriormente la trattazione si ha un evidente sfasamento tra corrente e tensione.

Generatore di tensione alternata su un carico capacitivo

Infatti consideriamo il circuito mostrato in figura.

La carica ai capi del condensatore, in condizioni stazionarie (quando parliamo di stazionario significa che trascuriamo gli effetti transitori), assume il valore periodico pari a:

Q(t)=CVocosωt 

e quindi:

I(t)=dQdt=ωCVosinωt=ωCVocos(ωt+π/2) 

Cioè la corrente è in anticipo di π/2  rispetto alla tensione.

Corrente circolante nel caso di un carico puramente resistivo (linea piena), puramente capacitivo (linea punteggiata), puramente induttivo (linea tratteggiata)

Come si vede nella rappresentazione grafica riportata a fianco in cui in linea continua è rappresentato:

cos(ωt) 

In linea punteggiata:

cos(ωt+π/2) 

e in linea tratteggiata:

cos(ωtπ/2) 

Analogamente collegando un generatore di corrente alternata ai capi di una induttanza essendo:

Vocosωt=LdIdt 

Segue da una semplice integrazione che:

I(t)=VoωLsinωt=VoωLcos(ωtπ/2) 

in questo caso la corrente è in ritardo rispetto alla tensione come si vede nella curva tratteggiata della figura a fianco.

La combinazione di circuiti complessi con L , C  ed R  sarebbe troppo complicata con una analisi di questo tipo. Quello che si evince è che collegando ai capi di un generatore di f.e.m. alternata i vari possibili elementi circuitali nel circuito scorre una corrente elettrica alternata alla stessa frequenza, di ampiezza dipendente dai vari elementi circuitali, ma in genere sfasata.

Il metodo simbolico

Tale metodo basato sull'algebra dei numeri complessi permette di studiare le reti in c.a. con un metodo formalmente simile alle reti in corrente continua, utilizzando l'algebra dei numeri complessi.

Nel metodo simbolico qui descritto usato per studiare le reti elettriche in condizioni stazionarie l'unità immaginaria pura si rappresenta con j :

j=1 

Non si usa i  in quanto genererebbe confusione con le correnti.

Ricordando l'identità di Eulero:

ejθ=cosθ+jsinθ 

Consideriamo una grandezza sinusoidale ad esempio la corrente che scorre in un circuito alimentato da un generatore tale che:

V(t)=Vocos(ωt) 

In generale avrò che:

I(t)=Iocos(ωt+φ) 

Se associo a tale grandezza la variabile complessa (la cui parte reale coincide con quella precedente):

𝐈(t)=Io[cos(ωt+φ)+jsin(ωt+φ)] 

Le grandezze complesse vengono indicate in grassetto. Applicando la identità di Eulero avrò che:

𝐈(t)=(Ioejφ)ejωt=𝐈cejωt  (7)


La parte dentro parentesi 𝐈c  è un numero complesso non dipendente dal tempo, mentre il resto è una grandezza che dipende dal tempo.

Se utilizziamo tale corrente complessa per calcolare la d.d.p. ai capi dei tre componenti passivi che conosciamo risulta che:

𝐕(t)=RIcejωt=RI(t) 

Per una induttanza essendo:

𝐕(t)=LdIdt=Lddt(Icejωt)=jωL(Icejωt)=jωLI(t) 

Per un condensatore essendo:

𝐕(t)=QC=1CI(t)dt=1C(Icejωt)dt=1jωCIcejωt=I(t)jωC 

Se si definisce come estensione della resistenza elettrica una grandezza complessa Z  detta impedenza che vale per R :

𝐙R=R  (8)


Per una induttanza:

𝐙L=jωL  (9)


Per una capacità:

𝐙C=1jωC=jωC  (10)


Si ha una legge formalmente simile per i tre elementi circuitali passivi:

𝐕(t)=𝐈(t)𝐙  (11)


Ma i vari elementi della equazione sono grandezze complesse. L'inverso della impedenza si chiama ammettenza quindi vale:

𝐘=1𝐙

L'impedenza si misura in Ω  e l'ammettenza in S.

Le leggi di Kirchhoff valgono anche per i circuiti in corrente alternata se si utilizza il metodo simbolico.

Si dimostra, generalizzando quanto visto per le resistenze, come la serie di n  impedenze è pari alla somma delle impedenze dei singoli componenti:

𝐙s=i=1n𝐙i  (12)


Mentre se si hanno n  elementi in parallelo, si comportano come se l'inverso impedenza è pari alla somma degli inversi delle impedenze di ogni singolo elemento:

1/𝐙p=i=1n1/𝐙i  (13)


In generale quindi la 𝐙  equivalente di un circuito si compone di una parte reale (indicata spesso con R  ) ed una parte immaginaria detta reattanza indicata con X :

𝐙=R+jX  (14)


Riepilogando quanto detto sinora un generatore di f.e.m. alternata:

V=Vocos(ωt) 

ed un generico circuito in cui sia presenti in qualsiasi maniera resistenze, induttanze e capacità si può rappresentare come una impedenza Z . La corrente che scorre nel circuito vale:

I=Iocos(ωt+φ) 

con

Io=Vo|Z| 

e

φ=arctgZimmZreale  (15)

Notare come anche:

Zreale=|Z|cosφ  (16)
Zimm=|Z|sinφ  (17)

Esempi dell'uso del metodo simbolico sono al esempio il caso un circuito RC ed un circuito RL.

La potenza assorbita

Da quanto detto quindi la potenza istantanea fornita dal generatore in un generico circuito in c.a. vale:

P(t)=V(t)I(t)=Vocos(ωt)Iocos(ωt+φ) 

Applicando le formule di somma del coseno:

P(t)=VoIo[cos2(ωt)cosφcos(ωt)sin(ωt)sinφ] 

Facendo la media su un periodo, il primo termine variabile nel tempo:

1T0Tcos2(ωt)dt=12 

mentre:

1T0Tcos(ωt)sin(ωt)dt=0 

essendo una funzione a media nulla con periodo T/2 , come si ricava facilmente dallo studio della funzione. Quindi la potenza media fornita dal generatore vale:

Pm=IoVo2cosφ=VeffIeffcosφ  (18)

I contatori di energia elettrica tengono conto della potenza media fornita dal generatore (cioè del termine in cosφ ) fino ad un valore di cosφ  non eccessivo. Per cui è buona norma aggiustare le carico in maniera da rendere φ  prossimo a 0 .

Un esempio su motore alimentato in corrente alternata chiarisce l'importanza di tale trattazione.

La risonanza

Un elementare circuito risonante serie

Se un generatore di f.e.m alternata viene posto ai capi della serie di una resistenza, una capacità ed una induttanza in serie si ha quello che si chiama il circuito risonante serie.

Notiamo che dal punto delle equazione differenziale di partenza abbia notevoli analogie con l'equazione di un oscillatore armonico forzato. Infatti la sua equazione caratteristica é:

LdIdt+RI+QC=Vocos(ωt) 

Una volta che si sostituisca a I :

I=dQdt 

Diviene:

Ld2Qdt2+RdQdt+QC=Vocos(ωt)  (19)

La cui omogenea non differisce algebricamente dall'equazione dell'oscillatore armonico  :

md2xdt2+λdxdt+kx=0 

Ricordando la definizione, vista all'inizio, di:

ωo=1LC 

che è analoga dal punto di vista elettrico, alla pulsazione di risonanza meccanica di ωo=k/m , essendo L  l'equivalente elettrico della massa, e 1/C  l'equivalente elettrico della costante di richiamo elastica.

Ritornando al mondo elettrico, se l'analizziamo il circuito dal punto di vista del metodo simbolico:

𝐙=R+jωLjωC 

Quindi usando lo stesso metodo visto per i circuiti precedenti risulta che:

Io=VoR2+(ωL1ωC)2  (20)


Che è chiaramente una funzione con un massimo pronunciato alla pulsazione di risonanza, cioè per:

ωoL=1ωoC 
ωo=1LC 

e la cui ampiezza per tale valore della pulsazione vale semplicemente:

I=VoR 

Lo sfasamento tra corrente e tensione vale:

φ=arctan(ωL1ωC)R  (21)

Tale funzione è nulla alla frequenza di risonanza e varia da 90o  a bassa frequenza (in cui domina l'impedenza capacitiva) e 90o  per alte frequenze in cui domina l'impedenza induttiva.

Analogamente che nel caso meccanico si definisce fattore di merito Q  la misura del picco di risonanza definito come:

Q=ωoω+ω=ωoΔω  (22)


Dove ω+  ed ω  sono le due pulsazioni per cui I  si ridotto rispetto al valore di picco di 2  (cioè al suo valore efficace). Imponendo che:

VoR2+(ωL1/(ωC))2=Vo2R 

Da cui segue che:

R2+(ωL1ωC)2=2R2 
(ωL1ωC)2=R2 

Che ammette due soluzioni (entrambe con ω  positivo):

ω+L1ω+C=R 

e:

ωL1ωC=R 

La prima delle equazioni:

ω+2RLω+1LC=0 

Equazione di II grado con due soluzioni ed escludendo la negativa:

ω+=R2L+(R/2L)2+1/(LC)2 

L'altra equazione:

ω2+RLω1LC=0 

Anche questa equazione di II grado con due soluzioni ed escludendo la negativa:

ω=R2L+(R/2L)2+1/(LC)2 

Per cui:

Q=ωoω+ω=ωoLR=1R2LC=1ωoCR  (23)

Nel caso del circuito risonante parallelo cioè nel circuito indicato in figura.

Un elementare circuito risonante parallelo

La resistenza Rs  limita la massima corrente che scorre nel circuito. Se in particolare Rs  è grande il circuito é alimentato a corrente di ampiezza costante Io .

I(t)=Iocosωt 

In queste condizioni il parallelo dei tre elementi circuitali vale:

1Z=1Rp+jωC+1jωL 

Quindi la tensione ai capi del circuito, usando il metodo simbolico, vale:

V=IZ=Io11Rp+jωC+1jωL 

Quindi l'ampiezza della tensione ai capi dei tre elementi in parallelo vale:

Vo=Io1/Rp2+(ωC1ωL)2 

che è formalmente simile all'eq.18 infatti la tensione (invece della corrente) ha un massimo per:

ωoC=1ωoL 

la fase è nulla alla frequenza di risonanza e varia tra 90o  e 90o . Il fattore di merito definito per la larghezza della curva di risonanza della tensione vale, con ragionamenti analoghi:

Q=RpωoC  (24)


Cioè il fattore di merito è tanto più alto quanto più basse (Rp  grande) sono le perdite ai capi del sistema in parallelo.

Il circuito risonante serie e parallelo descritti sono due casi limite. Infatti un qualsiasi dipolo in cui siano presenti induttanze e capacità può presentare il fenomeno della risonanza. In questo caso la pulsazione di risonanza non è l'espressione ωo=1LC , ma va ricavata dalla condizione che sia nulla la parte immaginaria. Non sempre ovviamente questo accade, ad esempio se in un circuito risonante serie la capacità ha delle perdite in parallelo molto grandi, rappresentate da una resistenza di piccolo valore in parallelo, al di sotto di una certa resistenza parallelo il circuito non risuona mai: caso limite. Per quanto anche riguarda il fattore di merito a meno di non ricondurre il problema ai casi generali va calcolato dalla dimensione della campana di risonanza.

Qualche esercizio può chiarire meglio tali concetti:classico serie, classico parallelo, circuito con due condensatori,

Il trasformatore

Schema di principio

Nella forma più semplice il trasformatore in c.a. consiste di due bobine avvolte attorno ad un circuito magnetico (di permabilità magnetica μr , lunghezza l  e sezione S ). Una delle bobine detta primario è connessa ad un generatore di f.e.m. alternata. Il circuito magnetico fa sì che non vi sia flusso magnetico disperso (nella pratica il flusso disperso è realmente trascurabile). L'altra bobina viene chiamata secondario.

L'induttanza del primario, dette N1  le sue spire, vale:

L1=μoμrN12Sl 

L'induttanza del secondario, dette N2  le sue spire, vale:

L2=μoμrN22Sl 

La loro mutua induzione vale:

M=μoμrN1N2Sl 

Nella forma più semplice il primario è connesso al generatore attraverso una resistenza R1 , mentre il secondario viene chiuso attraverso una resistenza R2 . Le equazioni che descrivono il precedente circuito, con il metodo simbolico, sono:

Vin=R1I1+jωL1I1jωMI2  (25)


0=R2I2+jωL2I2jωMI1  (26)


dette I1  ed I2  le correnti che scorrono nei due circuiti.

schema equivalente della figura precedente

È facile mostrare come il circuito equivalente, mostrato a fianco sia descritto dalla stessa equazione.

Un caso particolare importante è quando la resistenza del primario sia trascurabile, rispetto alla sua induttanza R1ωL1, ed inoltre la resistenza del secondario R2  è grande, in maniera che sia trascurabile la corrente I2  rispetto ad I1  (come anche la sua derivata temporale). In questo caso, le due equazioni diventano:

𝐕injωL1I1 
00=R2I2jωMI1 

Definendo Vout=R2I2  si ha che:

Vout=jωMI1=ML1Vin=N2N1Vin 

cioè il rapporto tra la tensione in uscita e quella in entrata è pari al rapporto tra il numero di spire del secondario e del primario. Il nome trasformatore dipende proprio dal fatto che trasforma la tensione in entrata nel primario in una tensione ai capi del secondario, nel limte che la resistenza del secondario (R2 ) non sia troppo bassa, e che possiamo trascurare le perdite (R1  ) del primario.

Un esercizio su un trasformatore reale chiarisce invece gli aspetti in un caso più generale.


Argomento seguente: Equazioni di Maxwell