Meccanica analitica/Funzione principale di Hamilton

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Trattiamo adesso un argomento che termina lo studio variazionale fatto finora; potrà sembrare inconcludente a una prima occhiata, ma più avanti nel corso torneremo a trattare questo argomento specificamente.

Dato il funzionale azione ampliata:

A[q,p]=t0t1dt(h=1nphq˙hH(q/p/t))

Sappiamo essere funzione delle traiettorie q(t) e dei rispettivi momenti coniugati p(t). Sappiamo anche che, scelte traiettorie e momenti coniugati che soddisfano le equazioni canoniche, questo funzionale resta stazionario. Proprio da questo punto partiamo, per modificare il funzionale in una funzione. Scegliamo, appunto, non traiettorie q(t) e p(t) arbitrarie, bensì scegliamo proprio quelle che minimizzano l'azione ampliata. A questo punto, A non è più un funzionale, ma diventa un numero reale preciso. Tuttavia, questo può essere fatto variare, in particolare rendendolo funzione di diverse variabili. Come variabili particolari scegliamo q0,q1,t0,t1, ovvero posizioni e tempi iniziali e finali. Ottengo quella che viene definita come funzione principale di Hamilton:

S(q0,t0,q1,t1)=t0t1dτ(h=1nphq˙hH(q/p/t))

Questa è una funzione di quattro variabili che deriva direttamente dall'azione ampliata: semplicemente, si varia il valore dell'azione ampliata variando posizioni e tempi iniziali e finali. Quali equazioni deve soddisfare questa funzione? Vediamole, variando una a una le variabili.

Partiamo variando δq, esprimiamo δS in funzione di δq.

δS=t0t1dτ(δpq˙+pδq˙HqδqHpδp)

Come ci siamo abituati, integriamo per parti il termine pδq˙:

pδq|t0t1t0t1[δp(q˙Hp)δq(p˙Hq)]dτ

Le variabili p e q non sono arbitrarie, sono quelle che minimizzano l'azione ampliata e che rispettano le equazioni canoniche, quindi tutto il termine integrando è identicamente nullo, quindi otteniamo che:

δS=pδq|t0t1=pδq(t)p0δq0

Da questo risultato ottengo già le prime due relazioni:

Sq=pSq0=p0

Adesso facciamo variare δt; vediamo l'espressione δS. Per il teorema fondamentale del calcolo vale:

dSdt=t0tdτ(pq˙H)dt=pq˙H

Un altro modo di esprimere δS è quello di calcolare la derivata totale:

dSdt=St+Sqq˙

Utilizzando le espressioni già trovate, avendo Sq=p, vale:

dSdt=St+pq˙

Ora uguagliamo questa espressione con quella ottenuta sfruttando il teorema fondamentale del calcolo:

St+pq˙=pq˙H

Otteniamo quindi la terza espressione: St=H

Ora facciamo variare δt0; come prima, per il teorema fondamentale del calcolo vale:

dSdt0=t0tdτ(pq˙H)dt0=tt0dτ(pq˙H)dt0=pq˙+H(q0,p0,t0)

Calcolando esplicitamente la derivata totale, invece:

dSdt0=St0+Sq0q˙0

Sfruttando le equazioni prima ottenute Sq0=p0, otteniamo:

dSdt0=Sq0p0q˙0

Uguagliando le due espressioni trovate:

p0q˙0+H(q0,p0,t0)=St0p0q˙0

Ottenendo l'ultima espressione cercata: St0=H(q0,p0,t0).

Le espressioni che abbiamo ottenuto sono le seguenti e vengono chiamate equazioni di Hamilton-Jacobi:

|Sq=pSq0=p0St=H(q,p,t)St0=H(q0>,p0,t0)

Queste espressioni ci permettono di studiare l'evoluzione della funzione principale di Hamilton al variare delle sue variabili; come notiamo, per poter conoscere la funzione dobbiamo prima conoscere q(t) e p(t), perché sappiamo che queste sono quelle particolari variabili che minimizzano l'azione. Template:Avanzamento