Meccanica analitica/Piccole oscillazioni attorno a punti di equilibrio stabili

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Frequenze delle piccole oscillazioni

In questo modulo parleremo delle piccole oscillazioni che il sistema compie una volta che viene messo in moto attorno a un punto di equilibrio stabile q~; il sistema è sempre descritto dalle coordinate lagrangiane qi=(q1,,qn).

Sviluppiamo l'energia al secondo ordine di Taylor:

U(q1,,qn)=U(q~)+l=1nUql|q~ηl+12h,k=1n2Uqhqk|q~ηhηk+o(η3)

In questa espressione abbiamo considerato ηn=qnq~n.

Possiamo considerare U(q~)=0; inoltre, per definizione di punto di equilibrio, vale Uql|q~=0. Allora, se siamo vicini al punto di equilibrio (e nello studio delle piccole oscillazioni ci troviamo appunto in un intornino del punto di equilibrio) possiamo anche trascurare o(η3) ottenendo:

U(qn)=12h,k=1nUhkηhηk

È lecito chiederci quanto vicino alla posizione di equilibrio q~ dobbiamo trovarci affinché siano valide queste approssimazioni. Sviluppiamo anche l'energia cinetica fino a un significativo ordine di η, ovvero tale che |η|<<|q~|. Ricordiamo l'espressione dell'energia cinetica: T=12h,k=1nahk(q)q˙hq˙k. Possiamo esplicitare:

ahk(q)=ahk(q~)+0(η)

Passiamo adesso dalle q˙h alle η˙=ddt(qhq~)=q˙; il passaggio non comporta quindi troppe difficoltà energetiche. Fatte queste considerazioni, possiamo scrivere l'energia cinetica come:

T=12h,k=1nahk(q)η˙hη˙k+o(η3)

Anche qui consideriamo di essere abbastanza vicino a q~ e possiamo trascurare o(η3). Inoltre, per classicità di notazione, scriviamo ahk come Thk, ottenendo l'espressione dell'energia cinetica T=12h,k=1nThkη˙hη˙k.

Possiamo finalmente scrivere la lagrangiana del nostro sistema

L=TU=12h,k=1n(Thkη˙hη˙kUhkηhηk)

Ora possiamo scrivere le equazioni di Eulero-Lagrange scrivendo così le equazioni del moto in prossimità del punto di equilibrio ddtLη˙Lη=0:

k=1n(Thkη¨k+Uhkηk)=0

Notiamo come, avendo scelto il punto di equilibrio come posizione privilegiata, otteniamo delle equazioni differenziali lineari, che hanno tutte le loro proprietà (lo spazio delle soluzioni è spazio vettoriale). Le soluzioni di queste equazioni saranno del tipo η=aeıωt, con η_,a_ vettori di n dimensioni con componenti le differenti soluzioni delle equazioni. In particolare, indichiamo

a_n=(an1,,ann)η_=(ηi,,ηn) funzioni complesse

La soluzione generale delle equazioni è la somma di tutte le soluzioni particolari, ovvero

ηk_=h=1nakheıωht

L'indice k indica la componente del vettore soluzione, l'indice n indica il vettore soluzione. Dobbiamo ovviamente far vedere che queste sono soluzioni, quindi le sostituiamo nell'equazione differenziale.

k=1n(Thkη¨k+Uhkηk)=0

Cerchiamo delle soluzioni del tipo ηk=akeıωt con ak coefficienti complessi:

k=1n(ω2Thk+Uhk)ahkeıωht=0

Ovviamente, come è immediato pensare, il termine ω indica la pulsazione dell'oscillazione. L'esponenziale si può semplificare essendo sempre positiva, ottenendo un sistema di equazioni algebriche (non differenziali, semplici equazioni algebriche) in n incognite complesse a ak che dipendono dal parametro ω:

k=1n(ω2thk+Uhk)ak=0

La soluzione banale è ak=0, ma poco importa; cerchiamo quindi soluzioni non banali, per far ciò deve verificarsi (posto λ=ω2):

det(λThk+Uhk)=0

È possibile dimostrare che esistono n soluzioni reali positive, quindi troveremo un numero di frequenze di oscillazione pari al numero dei gradi di libertà (o coordinate lagrangiane) del sistema. Non forniremo la dimostrazione matematica, ma faremo un breve discorso logico per far capire che l'esistenza delle soluzioni non è completamente insensata.

Se ci fosse un qualche λ<0, avremmo a che fare con ω=±λ, ovvero due numeri complessi. Quindi potremmo scrivere:

η=akeıωt=akeıω1teıω2t

L'esponenziale negativo o esplode o si annulla. Tuttavia, l'energia del sistema deve restare costante lungo tutto il moto, quindi questo non è possibile.

Facciamo un po' di chiarimenti sui termini Thk e Uhk. Queste sono due matrici n×n: la seconda Uhk è l'hessiana dell'energia potenziale già studiata nel modulo precedente, mentre la prima Thk è l'hessiana dell'energia cinetica rispetto ai momenti coniugati delle coordinate; per fare un esempio, per due gradi di libertà, questa sarà:

Thk=[2T(q˙1)22Tq˙1q˙22Tq˙1q˙22T(q˙2)2]

Tornando a parlare delle soluzioni, per ogni λk abbiamo n soluzioni, ovvero si ha che λk è un autovalore e ak il corrispettivo autovettore:

λkakak_=Ckeıφt

La soluzione sarà quindi la parte reale del vettore:

ηk_=[k=1nakeıωkt]=ck_cos(ωkt+φk)

Ora facciamo un lunghissimo passo indietro, ricordando che η=qq~, e quindi:

q(t)=q~+k=1nck_cos(ωkt+φk)

Le frequenze sono le ωk presenti nell'argomento del coseno, e rappresentano la somma delle soluzioni dell'equazione algebrica in funzione di λ. Le costante ck,φk sono arbitrarie.

La soluzione che abbiamo trovato, che rappresenta l'equazione del moto del sistema per movimenti piccoli attorno ai punti di equilibrio, è una combinazione lineare di n oscillatori armonici, che vengono chiamati modi normali. Le ωk sono chiamate frequenze normali o proprie. Quindi il moto del sistema, apparentemente complesso, non è altro che una somma di oscillatori armonici disaccoppiati, e ha quindi più senso e ordine di quanto possa sembrare da un'osservazione empirica.

Esempio classico: pendoli accoppiati

Un esempio classico di sistema di cui appare complicato studiare le piccole oscillazioni è quello di due pendoli accoppiati, ovvero appesi entrambi a una corda che abbia torsione elastica. Se mettiamo in piccola oscillazione solo uno dei due pendoli, dopo qualche secondo anche l'altro comincia a muoversi perché la corda che li unisce, torcendosi, fornisce un momento delle forze al pendolo che induce l'oscillazione. Vogliamo studiare le piccole oscillazioni di questo sistema. Facciamo finta che, a unire i pendoli, ci sia un molla di costante k (lo studio resta uguale, invece di studiare una forza torcente studiamo una forza elastica). Per semplicità, inoltre, poniamo m1=m2=l1=l2=g=1. Le coordinate lagrangiane sono i due angoli di oscillazione dei pendoli, in particolare:

x1=l1sinθ1θ1x2=l2sinθ2θ2y1=l1(1cosθ1)y2=l2(1cosθ2)

L'energia cinetica sarà T=12(θ˙12θ˙22); ricordando che T=12h,k=1nThkθ˙1θ˙2 la matrice Thk sarà:

Thk=[1001]

Studiamo i punti di equilibrio; l'energia potenziale è data da U=1cosθ1+1cosθ2+12k(θ1θ2)2, quindi:

U={Uθ1=sinθ1+k(θ1θ2)=0Uθ2=sinθ2+k(θ2θ1)=0

L'unico punto di equilibrio è, logicamente, θ1=θ2=0. Studiamone la classificazione:

2Uθ12=cosθ1+k|(0,0)=1+k2Uθ22=cosθ2+k|(0,0)=1+k2Uθ1θ2=k|(0,0)=kUhk=|1+kkk1+k|

Il punto è, com'è logico che sia, stabile (il determinante è positivo). Studiamo ora il determinante della matrice λthk+Uhk=0:

det|λ+1+kkkλ+1+k|=(λ+1+k)2k2

Risolvendo l'equazione di secondo grado in λ escono due soluzioni del tipo λ=k+1±k, quindi avremo che

λ1=1ω1=1λ2=2k+1ω2=2k+1

Per poter trovare i modi normali, studiamo k=1n(λThk+Uhk)ak=0; per λ1 avremo:

(1+kkk1+k)(a1a2)=(00)

Da cui otteniamo che a1=a2, ovvero le due ampiezze di oscillazione sono uguali:

θ1=acos(t)θ2=acos(t)

Per λ2 invece:

(kkkk)(a1a2)=(00)

Da cui otteniamo ka1ka2=0, ovvero a1=a2; le oscillazioni sono del tipo:

θ1=acos(2k+1t)θ2=acos(2k+1t)

Ovvero le oscillazioni, a prima vista complesse, sono la somma di due semplici moti armonici di ampiezza uguale o contraria. Template:Avanzamento