Meccanica dei fluidi/Conseguenze della legge di Stevino

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La legge di Stevino ha delle conseguenze, non immediate, di importanza rilevante per il loro utilizzo nella vita di tutti i giorni. Ne tratteremo tre in questo modulo.

Vasi comunicanti

Consideriamo un liquido perfetto omogeneo, ovvero con ρ= cost in quiete. Un sistema di vasi comunicanti prevede due contenitori aperti verso l'alto e collegati tra loro con un tubicino. Non interessa che le basi dei contenitori si trovino alla stessa altezza, così come non è importante che il tubo sia piano o in diagonale. Sulle due aperture, infatti, agisce la stessa pressione atmosferica, quindi il liquido raggiunge la stessa quota in entrambi i contenitori.

Legge di Pascal

La legge di Pascal afferma che in un liquido omogeneo in quiete, la variazione di pressione prodotta in un punto del fluido si trasmette inalterata a tutti gli altri punti del fluido.

Per dimostrarla, prendiamo un recipiente con del fluido e analizziamo due punti, un punto A A posto sulla superficie del fluido e un punto B interno al fluido. Avremo quindi che zb<zA. Per tale, la relazione che lega le due pressioni è PB=PAρgh, dove h=zBzA.

Trasmettiamo una variazione di pressione nel punto A; in esso sarà allora presente una pressione PA=PA+ΔPA. Calcoliamo la nuova pressione nel punto B:

PB=Paρgh=(PA+ΔPA)ρgh=PB+ΔPA

È quindi dimostrata la legge di Pascal.

Martinetto idraulico

Il martinetto idraulico è uno strumento largamente utilizzato nella vita quotidiana: il suo utilizzo pratico è quello di permettere di sollevare corpi dal peso anche molto elevato applicando una forza di molto inferiore al peso del corpo. Un esempio di applicazione è quando il meccanico solleva un'automobile per ripararla.

Consideriamo un fluido incomprimibile e un sistema di vasi comunicanti; la caratteristica fondamentale di questo sistema è che le aperture verso l'alto hanno sezioni molto diverse tra loro, che chiameremo A e a, con a<<A. Sulle due aperture vengono posti dei piani che chiudono il fluido.

Sulla sezione grande A A agisce una forza FA, in cui sono comprese sia la forza peso del corpo che la pressione atmosferica. Sulla sezione minore agisce invece una forza fa. Le due sezioni si troveranno ad altezze nettamente differenti. Le due pressioni devo essere bilanciate, quindi avremo che:

P0=FAA+ρgh1=faa+ρgh2

Da cui otteniamo:

faa=FAA+ρg(h1h2)

Osserviamo il fattore ρg(h1h2)A. Questo rappresenta l'ipotetico peso di fluido che si troverebbe sulla sezione A e compreso tra le altezze h1 e h2. Questo fattore è di molto minore della forza che esercita il corpo sul fluido: infatti il corpo abbassa il piano e affonderebbe facilmente nel fluido, per cui i pesi sono nettamente differenti. Possiamo quindi trascurare questo fattore nella precedente espressione, ottenendo:

fa=aAFA

Dato il rapporto aA<<1m avremo che la forza necessaria ad alzare il corpo sarà molto minore del peso del corpo stesso. È però importante sapere che il lavoro compiuto non diminuisce, a diminuire è solo la forza impiegata. Per poter eguagliare il lavoro della forza peso, quindi, la forza minore dovrebbe compiere uno spostamento molto grande; nella realtà ciò è possibile grazie a un sistema di entrata e uscita del fluido che permette alla leva su cui si preme col piede di risalire senza che il corpo scenda: in questo modo, abbassando più e più volte la leva, si riesce a sollevare l'auto.

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