Meccanica quantistica relativistica/Operatore energia, impulso e momento angolare

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Template:Meccanica quantistica relativistica

Dimostreremo ora che l'operatore W^ può essere effettivamente interpretato come operatore energia, in analogia all'equazione di Schrödinger.

Dalla sua definizione, il valore medio è dato da:

W^=+fkW^fkdk=+kfkfkdk

Si noti incidentalmente che per particelle a massa nulla, siccome vale E2k2=0, la relazione risulta automaticamente dimostrata.

L'energia del campo elettromagnetico è data da:

=12+(E2+H2)dr=12+(EkEk+HkHk)ei(k+k)rdkdkdr

e siccome vale la relazione:

+eikr=(2π)2δ(k)

si ricava per l'energia:

=(2π)32+(EkEk+HkHk)dk

ma Hk=ik2k×E˙k per cui risulta:[1]

HkHk=1k2E˙kE˙k

e si ottiene:

=4π3+(EkEk+1k2E˙kE˙k)dk

In termini di f risulta:

=4π3+N2(k)[(fk+fk)(fk+fk)(fkfk)(fkfk)]dk

ovvero:

=4π3+N2(k)[fkfk+fkfk+fkfk+fkfkfkfk+fkfk+fkfkfkfk]dk==16π3+N2(k)fkfkdk

e questa è esattamente la definizione di valor medio di W^ a patto di porre:

N(k)=k4π3

e cioè l'operatore W^ rappresenta effettivamente l'energia se:

{Ek=k4π3(fk+fk)E˙k=i4πk3π(fk+fk)

Sia ora una soluzione con k=ω, cioè del tipo fk=fk0eiωt. L'energia è quindi fissata da ω:

ω=ω+fkfkdk

il che implica che le fk siano normalizzate.

Riscriviamo ora l'impulso associato al campo. Il vettore di Poynting ha la forma:

p=+(E×H)dr

ovvero:

p=+[Ek×Hk]ei(k+k)rdkdkdr=2π3+(Ek×Hk)dk

ma:

Ek×Hk=Ek×(ik2k×E˙k)

e l'ultimo termine per la regola sul prodotto triplo fornisce:

ik2(EkE˙k)k

da cui:

p=(i2π3)+(EkE˙k)kk2dk

ed esprimendo in questa equazione i campi in termini delle fk:

p=(i2π3)+N2(k)(fk+fk)ik(fkfk)dk==(2π)316π3+k2kk2[fkfkfkfk+fkfkfkfk]dk

ma (fkfk)=(fkfk) in quanto sono reali. Si ottiene pertanto:

p=+k(fkfk)dk

e quindi k è proprio l'impulso associato al fotone. Nello spazio delle x:

F(r)=+fkeikrdk

ma in realtà la F(r) non è interpretabile dal punto di vista probabilistico. Infatti, per poter localizzare un fotone, questo deve necessariamente interagire con i campi H:

Ek=N(k)(fk+fk)E(r)=+Ekeikrdk

La presenza di una radice di k[2] ci conduce infatti a una 24 e questo significa che determinare la F(r) non è sufficiente per determinare i campi E(r) e H(r). In altri termini: il fotone non è localizzabile esattamente e addirittura per lunghezze d'onda inferiori a quelle del fotone non ha nemmeno senso il concetto di localizzazione.

Consideriamo ora il momento angolare associato al campo elettromagnetico.

M=+(r×p)dr=+r×(E×H)dr=+r×(Ek×Hk)ei(k+k)rdkdkdr

in questo caso non si può estrarre la delta dall'integrale. Però, notando che:

+rei(k+k)rdr=ik+ei(k+k)rdr=i(2π)3kδ3(k+k)

e sostituendo:

M=i(2π)3+[kδ3(k+k)]×(Ek×Hk)dkdk

si può quindi integrare per parti e (trascurando i termini a infinito che si annullano) ottenere:

M=i(2π)3+δ3(k+k)k×(Ek×Hk)dkdk

che riscritta in termini delle fk:

M=+{i[k×(fkcfk)]i(fk×fk)}dk

dove con la notazione fkc si intende "considerato costante sotto l'operatore ".

Questa equazione rappresenta di fatto il valore medio dell'operatore momento angolare:

Mj=+[ifki(k×)jfkiiϵiljfkifkl]dk

In questa equazione può essere facilmente riconosciuto un termine che rappresenta il noto momento angolare:

M^=k×Operatore Momento Angolare

più un altro termine di momento angolare iϵiljfkifkl che deve pertanto essere riconosciuto come il momento angolare associato allo spin, il cui operatore è quindi definito da:

(sifk)j=(sjfk)i=iϵiljfklOperatore spin

Formalmente quindi:

M=+fk[ik×+s]fkdk

Note

  1. Si è utilizzata la proprietà (a×b)(c×d)=(ac)(bd)(ad)(bc).
  2. Presente nel fattore N(k).

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