Meccanica quantistica relativistica/Quantizzazione dell'interazione fotone-elettrone

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Template:Meccanica quantistica relativistica

Classicamente, l'interazione di un sistema di cariche con quadricorrente jμ=(e,ϱv/c) con un campo elettromagnetico di potenziale vettore aμ=(ϕ,A) è descritta da:

H(t)=e0+jμ(r,t)Aμ(r,t)dr

In elettrodinamica quantistica (d'ora in poi, QED) questa forma viene mantenuta, con la riserva però di considerare la quantità in questa formula come degli operatori la cui forma verrà ricavata qui di seguito. Si userà nel seguito anche la notazione ψ¯ψγ0. Detto quindi ψ questo campo di Dirac, è naturale costruire il vettore corrente:

jμ=ψ¯γμψ

mediante il quale l'interazione fra fermione e campo elettromagnetico si scrive:

H(t)=e0+ψ¯(r,t)γμψ(r,t)Aμ(r,t)dr

cioè l'ampiezza di probabilità del dato fenomeno è il modulo quadro dell'elemento di matrice fra lo stato finale e lo stato iniziale dell'operatore:

eiH(t)dt=eiecψ¯(r,t)γμψ(r,t)Aμ(r,t)d4xμ

I campi coinvolti in questa espressione sono:

Aμ=α,k[eμ(α,k)aα,keikμxμ+eμ(α,k)aα,keikμxμ]ψ=β,p[u(β,p)bβ,peipμxμ+v(β,p)bβ,peipμxμ]ψ¯=β,p[u¯(β,p)bβ,peipμxμ+v¯(β,p)bβ,peipμxμ]

In questo modo, dalla relazione sulla hamiltoniana si vede che i processi elementari che possono avvenire in un punto dato sono otto, e precisamente:

  1. distruzione di un fotone e di un e, creazione di un altro e (abb),
  2. distruzione di un fotone, di un e e di un e+ (abb+),
  3. distruzione di un fotone, creazione di un e e di un e+ (abb+),
  4. distruzione di un fotone e di un e+ e creazione di un altro e+ (ab+b+),
  5. distruzione di un e, creazione di un altro e e di un fotone (abb),
  6. distruzione di un e e di un e+, creazione di un fotone (abb+),
  7. creazione di un fotone, un e+ e di un e (ab+b),
  8. distruzione di un e+, creazione di un altro e+ e di un fotone (ab+b+).

la cui interazione è descritta proprio dalla hamiltoniana di sopra in cui si sono sostituite le espressioni dei campi date sopra.

Nel seguito si studieranno i processi di interazione cariche-campo elettromagnetico a diversi ordini della carica elettrica e, ottenuti sviluppando in serie la forma:

eiecψ¯(r,t)γμψ(r,t)Aμ(r,t)d4xμ=n=0+enn!(ic)n|ψ¯(r,t)γμψ(r,t)Aμ(r,t)d4xμ|n

Interazione cariche-campo elettromagnetico al primo ordine in e

Al primo ordine in e, l'operatore diventa:

iecψ¯(r,t)γμψ(r,t)Aμ(r,t)d4xμ

Dei fenomeni possibili, si consideri ad esempio il fenomeno 5): un elettrone di quadrimpulso p1 viene distrutto e al suo posto viene creato un elettrone di quadrimpulso p2 e un fotone k. In questo caso si ha:

ψ¯(r,t)γμψ(r,t)Aμ(r,t)d4xμ==u¯(β2,p2)bβ2,p2eip2μxμγμu(β1,p1)bβ1,p1eip1μxμeμ(α,k)aα,keikμxμd4xμ==u¯(β2,p2)γμu(β1,p1)eμ(α,k)ei(p2μp1μ+kμ)xμd4xμbβ2,p2bβ1,p1aα,k==u¯(β2,p2)γμu(β1,p1)eμ(α,k)(2π)4δ4(p2μp1μ+kμ)bβ2,p2bβ1,p1aα,k

dove la presenza della delta (che deriva dall'integrale) porta alla condizione:

p1μ=p2μ+kμ

che esprime la conservazione del quadrimpulso. Tuttavia, per il processo in esame questa relazione non può essere verificate in quanto, se ci si mette per esempio nel sistema di riferimento in quiete rispetto al primo elettrone (dove E1=mc2, p1=0), l'altro elettrone deve avere una energia maggiore, il che non può essere. In altre parole, non è possibile che da un elettrone fermo e senza nessuna azione esterna se ne origini un altro in moto con in più l'emissione di un fotone. Formalmente, questo si vede dal fatto che valendo pμpμ=E2c2p2=m2c4:

2kμkμ=(p1μp2μ)(p1μp2μ)=p1μp1μ+p2μp2μ2p1μp2μ=m2c4+m2c42p1μp2μ==2(m2c4E1E2+p1p2)=2(m2c4mc2E2)=2mc2(mc2E2)0

in quanto E2>mc2, d'altra parte vale kμkμ=|k|2ω2c2, per cui la condizione nella delta è impossibile da verificarsi e il fenomeno fisico descritto non può avvenire. Si può ragionare in modo analogo per gli altri sette fenomeni di interazione, per cui si deduce che nessuno di questi è possibile. Quindi, gli otto processi elementari descritti non sono realizzabili al primo ordine.

Prodotto cronologico

Agli ordini successivi di approssimazione compaiono prodotti di operatori che in generale non commutano fra loro. Al secondo ordine si ha:

e222c2ψ¯(x2)γμψ(x2)Aμ(x2)ψ¯(x1)γνψ(x1)Aν(x1)d4x1d4x2

sembrerebbe dunque essere presente una certa ambiguità nella definizione dell'operatore in termini di serie, tuttavia questa ambiguità viene completamente rimossa grazie alle seguenti considerazioni. Nello sviluppo, si può scrivere la potenza n-sima dell'integrale come un integrale di molteplicità n, cioè:

eiH(t)dt=n=0+(i)nn![H'1(t)H'2(t)H'n(t)]dt1dt2dtn

In questo modo, si interpreta un processo all'oridne n come una successione ordinata di n processi elementari: l'ordine temporale di tale successione fornisce allora l'ordine nel prodotto di operatori (naturalmente, in modo inverso). Così, ad esempio, se un processo di ordine n è dato dalla successione degli n processi descritti rispettivamente da H'1(t)H'2(t)H'n(t), nell'ordine temporale, ad esempio, t3<t1<t2<th<<tn, il prodotto in parentesi si scrive ordinatamente H(tn)H(th)H(t2)H(t1)H(t3). Per esplicitare questo ordine cronologico si scrive formalmente:

T^eiH(t)dt=T^eiecψ¯(r,t)γμψ(r,t)Aμ(r,t)d4xμ

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