Misura e integrale di Lebesgue/Elementi fondamentali, misura di Lebesgue

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Template:Misura e integrale di Lebesgue

Prima di poter parlare di integrale, misure e lavorare con questi strumenti, abbiamo bisogno di costruire una teoria della misura che possa essere ritenuta tale. In questo modulo daremo tante definizioni e inizieremo a parlare di misure di insiemi, discutendo ogni punto per renderlo il più chiaro possibile. Iniziamo da una definizione che non è una definizione (attenzione a questo punto, non è davvero una definizione).

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Il termine ha delle belle proprietà; la prima è che questo è maggiore di ogni altro numero reale scrivibile in altra forma diversa da . Le operazioni con l'infinito sono le seguenti:

  • a+=
  • b=
  • a=
  • a=
  • a=0
  • b=
  • 0=0

Poniamo attenzione all'ultima espressione. 0=0 resta non vero quando si parla di cose che tendono 0 o , ovvero nelle espressioni di limite è ancora una forma indeterminata. Questa espressione è quindi vera quando i valori 0 e sono fissati e valgono esattamente quello che valgono, non tendono a quel valore.

Già con la prima definizione abbia fatto terra bruciata dietro di noi: non dobbiamo dimenticare tutto ciò che abbiamo imparato finora, ma qualcosa deve pur cambiare. Questo non rientrava tra gli elementi utili alla misura, o meglio, non subito; iniziamo con gli iperrettangoli.

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Un iperrettangolo non è altro che la moltiplicazione di intervalli; in dimensione uno, ovvero in , questo è semplicemente un intervallo; in 2 sarà un rettangolo, in 3 un parallelepipedo e così via. La misura dell'intervallo [a1,bi]è ovviamente |biai|.

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Su questo non c'è da discutere molto: presi tanti iperrettangoli, la loro unione è chiamata plurirettangolo. Poiché la misura di un rettangolo la conosciamo (base per altezza), possiamo definire la misura dell'iperrettangolo.

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Così come il rettangolo e il parallelepipedo si misurano moltiplicando le dimensioni, nel caso generale di un iperrettangolo la regola non varia. Siamo adesso pronti per iniziare a definire quelli che, secondo la teoria di Lebesgue, sono insiemi misurabili. Da adesso in poi, tranne dove specificato, per misura intenderemo sempre misura secondo Lebesgue.

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Questo ci inizia a dire qualcosa di importante: tutti gli insiemi aperti e compatti sono misurabili secondo Lebesgue, e la loro misura si approssima con quella del plurirettangolo contenuto nell'aperto o che contiene il compatto. Notiamo come la misura di un aperto può essere m(A)=+, mentre quella di un compatto può essere m(K)=0. Ora definiamo la misura interna ed esterna di un insieme, a partire proprio da questo.

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Osserviamo immediatamente che En vale m_(E)m(E). Ora, detto questo, possiamo finalmente parlare di insiemi misurabili. Date le misure interna ed esterna di un insieme, è logico pensare che, quando queste coincidono, abbiamo a che fare esattamente con la misura di quell'insieme, più o meno come l'area delle partizioni inferiori e superiori per Riemann.

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A volte, indicheremo con mn(E) la misura n-dimensionale di Lebesgue.

A proposito di insiemi misurabili, resta comodo sapere come e quando riconoscere un insieme misurabile da uno non misurabile. Il seguente teorema ci assicura la "misurabilità" di un insieme; non ne forniremo una dimostrazione.

Teorema

Un insieme En è misurabile se e solo se per ogni ε>0 esistono Aε,Kε aperto e compatto tali che:

|m(Aε)m(Kε)|<ε

Ovvero un insieme sarà misurabile se esisteranno un aperto e un compatto tali che la differenza tra le loro misure è arbitrariamente piccola, ovvero coincide. Abbiamo appena dato una rigorosa definizione di misura, ora non resta che vederne le proprietà.

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