Misura e integrale di Lebesgue/Spazio delle funzioni sommabili a potenza 2

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Template:Misura e integrale di Lebesgue

In questo modulo consideriamo nota la norma del sup essenziale definita come:

f(x)g(x)=maxxK|f(x)g(x)|n

dove le funzioni f(x),g(x) sono due funzioni continue definite su un compatto Kn; il modulo ||n è il modulo in n

Iniziamo partendo da una proprietà nascosta degli integrali, ovvero che non è né immediata, né facilmente individuabile. Consideriamo una successione di funzioni fn(x)=xn, con x[0,1] e n. Abbiamo che:

fn(x)nf(x)={0x[0,1)1x=1

Questo vuol dire che fn↛f nello spazio delle funzioni continue C0[0,1], ovvero che la successione di funzioni continue tende a una funzione che non è continua. Tuttavia, gli integrali hanno uno strano comportamento in questo caso. Il teorema seguente rientra nella teoria di Riemann per l'integrazione; poiché la teoria di Lebesgue è una generalizzazione, vale anche per l'integrale di Lebesgue.

Teorema

Se fnf0 nello spazio C0[0,1], ovvero vale fnf00, allora:

limn01fn(x)dx=01limnfn(x)dx=01fo(x)dx

Ovvero l'integrale è un'applicazione continua sullo spazio delle funzioni continue.

Dimostrazione

Quello che ci stiamo chiedendo è se è vera la tesi:

01(fn(x)f0(x))dx0

Facciamo delle maggiorazioni:

01|fn(x)f0(x)|dx0|01(fn(x)f0(x))dx|0

Ma il maggiore di questi termini:

01|fn(x)f0(x)|dx001maxx[0,1]|fn(x)f0(x)|dx=fnf001dxfn(x)f0(x)0

Quindi è vera la tesi.

Iniziamo ora a parlare dello spazio C0[0,1] ovvero dell'insieme delle funzioni continue nell'intervallo [0,1] . Su questo spazio possiamo dire un paio di cose:

  • è uno spazio vettoriale, è valida la linearità, la somma di due funzioni continue resta una funzione continua, esiste l'elemento neutro (che è lo 0) ed esiste l'inverso di ogni funzioni continua tale che f(x)f1(x)=1;
  • si può definire una norma, e scegliamo proprio la norma del sup essenziale presentata a inizio modulo.

Ci possiamo chiedere qual è la dimensione di questo spazio; si dimostra che esistono infinite funzioni continue linearmente indipendenti, e quindi la dimensione è proprio dim(C0[0,1])=+.

Dette queste poche cose sullo spazio C0[0,1], si può dimostrare il seguente teorema.

Teorema

L'insieme (C0,) è uno spazio di Banach (ovvero uno spazio metrico completo).

In realtà, vorremmo avere uno spazio di Hilbert, ovvero uno spazio di Banach con una norma generata da un prodotto scalare, perché con un prodotto scalare si possono fare tante cose. Ci chiediamo: è lo spazio (C0,) uno spazio di Hilbert?

Affinché sia uno spazio di Hilbert, la norma utilizzata deve essere generata da un prodotto scalare, quindi deve rispettare l'identità del parallelogramma. Presi due generici vettori appartenenti allo spazio, deve valere:

u_+w_2+u_w_2=2(u_2+w_2

Prendiamo due funzioni continue dello spazio, per semplicità di cose prendiamo 1 e x. La norma del sup essenziale 1+x nell'intervallo [0,1] vale 2 (perché al punto x=1<math>sihache<math>x vale proprio 1, e 1+1=2, giusto per dire due volte la stessa cosa; 1+1=2 a meno che non siamo in base 2, ma per fortuna non vogliamo farci male); la norma 1x vale invece 1, i calcoli li lasciamo a voi. Si ha che:

1+x2+1x2=2(12+x2)4+1=2(1+1)5=4

A meno che non abbiamo sbagliato matematica, 54, quindi (C0[0,1],) non è uno spazio di Hilbert.

Dobbiamo allora cambiare norma, e sceglierne un'altra, magari stavolta che provenga da un prodotto scalare. Scegliamo la norma p-esima, anche detta norma Lp, la norma:

fp=01|f(x)|pdx

Nel nostro caso non consideriamo numeri strani, potremmo anche prendere la norma f7 per divertimento, ma non otterremmo ciò che cerchiamo. Per questo, prendiamo la norma L2 definita come:

L2(f)=f(x)2=01|f(x)|2dx

Questa norma ha alcune proprietà: è bilineare, vale l'identità del parallelogramma, quindi è generata da un prodotto scalare, vale anche la disuguaglianza triangolare, e inoltre, se f(x)=01|f(x)|2dx=0, deve necessariamente essere f(x)=0. Dimostreremo questo e non il resto.

Dobbiamo verificare che:

01|u(x)|2dx=0 se e solo se u(x)=0}}

Procediamo per assurdo; supponiamo che u(x) non sia identicamente nulla in tutto l'intervallo, ma che esiste un punto in cui assume valore positivo, ovvero:

p[0,1]u(p)=δ>0

Poiché ci muoviamo nello spazio delle funzioni continue, per il teorema della permanenza del segno deve esserci tutto un intorno del punto p del tipo I=(pε;p+ε) in cui vale, ad esempio:

u(x)12δxI

Ne consegue che:

01u2(x)dxpεp+ε12δdx=12δ2ε=δε>0

Ciò nega l'ipotesi, quindi è vera la tesi.

Tuttavia, questa norma ha un comportamento strano nello spazio C0[0,1]. Consideriamo la successione di funzioni:

fn(x)={0x[0,121n]n(x(121n))x(1212,12)1x[12,1]

In un grafico la funzione considerata assume valore nullo fino a 121n, poi cresce linearmente fino ad assumere il valore 1 da 12 a 1.

Al crescere di n questa funzione tende a:

fn(x){0x[0,12)1x[12,1]}=f(x)

La funzione f(x) è uscita fuori dallo spazio C0[0,1].

La funzione fn(x) non è quindi una successione di Cauchy rispetto alla norma del sup, infatti fnf↛0. Se invece provassimo con la norma L2:

01|f(x)f(x)|2dx12narea del triangoloevidenziato

Rispetto a questa norma, quindi, la successione è di Cauchy. Tuttavia siamo sempre usciti dallo spazio delle funzioni continue, ma basta creare lo spazio:

L2(0,1)={f:[0,1]: 01|f(x)|2dx<+}

Questo spazio, generalmente indicato con Lp (l'indice p indica la potenza utilizzata, che nomina la norma), si chiama spazio delle funzioni sommabili. Questo contiene tutte le funzioni continue e non solo. Ad esempio, ci chiediamo se la funzione di Dirichlet vi appartenga. Sappiamo che il suo integrale vale 0, ma la funzione non è identicamente 0, quindi dà un poco fastidio. Questo problema si risolve utilizzando la nozione quasi ovunque.

Template:Definizione

Possiamo considerare la funzione di Dirichlet uguale alla funzione nulla quasi ovunque in [0,1] poiché sappiamo che i razionali sono un insieme insignificante. In questo modo, anche la funzione di Dirichlet rientra nello spazio delle funzioni sommabili. Inoltre, data questa definizione, possiamo anche dire che f(x), la funzione integranda, non è una funzione, bensì rappresenta una classe di funzioni.

Inoltre, finalmente, abbiamo raggiunto il nostro scopo: L2(0,1) è uno spazio di Hilbert.

Vediamo per quali α>0  la funzione 1xαL2(0,1). Ci stiamo chiedendo se l'area di un ramo di iperbole equilatera e sua potenza è finita o no.

Per risolvere il problema dei calcoli, taglio a una fissata quota R il grafico con un segmento orizzontale, incontrando la funzione nel punto (xR,R); otteniamo la funzione:

TR(1xα)={Rx[0,xR]1xαx(xR,1]

Al crescere di R, la successione tende alla funzione 1xα; la successione è monotona e, quindi, misurabile.

01TR(1xα)dx=RxR+[x1α1α]xR1

Calcoliamoci esplicitamente il valore di xR:

1xRα=R xR=1R1α

Sostituendo sopra:

RxR+11αxR1α1αα(xR1α1α)+11α=(αα11R1αα)+11α

L'unico modo per avere un'area finita è quello di avere il termine tra parentesi nullo, ovvero far tendere R; deve necessariamente essere che 1α>0, altrimenti il denominatore andrebbe al numeratore facendo esplodere l'area all'infinito, quindi otteniamo α<1. Infatti la funzione 1x non è sommabile.

Template:Avanzamento