Sistemi e tecnologie elettroniche/Gli amplificatori

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Template:Sistemi e tecnologie elettroniche

Vista dall'esterno

L'amplificatore restituisce in uscita un certo segnale con più potenza del segnale in ingresso. Deve tendere ad essere un modulo lineare, cioè deve replicare il segnale deteriorandolo il meno possibile.

Gli amplificatori sono specifici in base alla frequenza del segnale.

A seconda se i segnali in ingresso e in uscita sono correnti o tensioni:

  • VV: amplificatore di tensione
  • II: amplificatore di corrente
  • IV: amplificatore di transresistenza Rm=VI
  • VI: amplificatore di transconduttanza Gm=IV

In un amplificatore di tensione si possono distinguere 4 terminali:

  • in basso: terminale comune (a cui sono collegate tutte le tensioni);
  • a sinistra: porta di ingresso a cui è applicata la tensione di ingresso Vin=V1;
  • a destra: porta di uscita a cui è applicata la tensione Vout=V2;
  • in alto: alimentazione, costituita da una tensione costante VA.

Flusso del segnale: porta di ingresso → amplificatore → porta di uscita

La tensione di uscita Vout è misurata sulla resistenza di carico, che si comporta da utilizzatore quando riceve il segnale.

Guadagno di potenza

L'alimentazione fornisce l'energia necessaria per amplificare la tensione di ingresso. Avviene però una dispersione dell'energia → si definisce efficienza il rapporto tra la potenza fornita al carico e la potenza fornita dall'alimentatore.

L'amplificazione di tensione AV determina di quanto è aumentato il valore di picco (= ampiezza massima) del segnale:

Voutp=AVVinp

Si potrebbe realizzare un amplificatore tramite un trasformatore (ideale), il cui numero di spire sia legato ad AV, ma la potenza di uscita sarebbe uguale a quella in ingresso: V1I1=V2I2

Il guadagno di potenza, espresso in decibel (dB), è un modo per calcolare il rapporto tra le potenze:

GP=KP(dB)=10log10Kp

dove KP=PoutPin è una quantità adimensionata detta rapporto di potenza. Se Pin=PoutGP(dB)=0. Se Pout=1mW, l'unità di misura del guadagno diventa il dBm.

Esprimendo il guadagno di potenza tramite i rapporti tra tensioni e resistenze:

P=V2RKP=(VuVi)2(RiRu)

e supponendo uguali le resistenze Ri e Ru:

KP=(VuVi)2GP=210log10|VuVi|=20log10|AV|=AV(dB)AV=KP[1]

Se più amplificatori sono connessi in cascata, le amplificazioni AV si moltiplicano e i guadagni GP=AV(dB) si sommano. Si chiama tensione picco-picco la differenza tra i valori massimo e minimo di tensione: VPP=2VP.

Se invece {Vin=VoutAV=1RinRout, l'amplificazione del segnale è proporzionale al rapporto tra le resistenze.

Struttura interna

Amplificatore di tensione

All'interno vi è un generatore di tensione pilotato in uscita.

Idealmente, tutti i generatori sono ideali e non vi sono resistenze → nessuna perdita. In realtà, le resistenze interne Ri e Ru dissipano potenza.

Template:Colonne effetto degli ingressi: Con uscita a vuoto (Rc=+Vu=AVV1), la tensione del generatore reale Vi si ripartisce tra la resistenza del generatore Rg e la resistenza di ingresso Ri:

V1=ViRiRi+Rg

Template:Colonne spezza effetto delle uscite: Con generatore ideale in ingresso (Rg=0Vi=V1), la tensione V1AV si ripartisce tra la resistenza di uscita Ru e la resistenza di carico Rc:

Vu=AVV1RcRc+Ru

Template:Colonne fine

La funzione di trasferimento complessiva tiene conto degli effetti combinati della resistenza d'ingresso Ri e di quella d'uscita Ru:

con uscita a vuoto con generatore ideale effetto complessivo
VuVi=AVRiRi+Rg VuVi=AVRcRu+Rc VuVi=AVRiRi+RgRcRu+Rc

Casi ideali

Idealmente, i generatori in ingresso devono essere ideali, e il carico deve ricevere tutta la tensione AVVi:

  • ingressi in tensione: Ri+RG0
  • ingressi in corrente: Ri0Rg+
  • uscite in tensione: Ru0Vu=AVVi
  • uscite in corrente: Ru+I2=I

Casi reali

  • ingressi in tensione: amplificatori per microfono, circuiti logici;
  • ingressi in corrente: sensori ottici (fotodiodi, telecomandi con infrarossi) che convertono l'onda elettromagnetica in corrente;
  • uscite in tensione: alimentazione di circuiti elettronici, lampadine;
  • uscite in corrente: motori, attuatori elettromagnetici, caricabatterie.

Da rete a doppio bipolo

Il modello più semplice di amplificatore è definito dai 3 parametri Ri, Ru, AV:

{Ri=ViIiRu=VuvuotoIucortocircuitoAV=VuvuotoVi

Qualunque doppio bipolo con generatore pilotato, applicando il teorema di Thevenin, si può ricondurre al modello più semplice.

Doppi bipoli in cascata

Due doppi bipoli sono in cascata se la tensione di uscita del primo è quella di ingresso del secondo. Una catena di N doppi bipoli si può ricondurre a un singolo doppio bipolo equivalente di parametri:

  • funzione di trasferimento complessiva: è il prodotto delle funzioni di trasferimento dei singoli moduli;
  • resistenza equivalente di ingresso Ri: coincide con la resistenza di ingresso Ri1 del primo modulo:
    Ri=Ri1
  • resistenza equivalente di uscita Ru: coincide con la resistenza di uscita RuN dell'ultimo modulo:
    Ru=RuN

Note

  1. Vedi anche Una nota di cautela sul fattore 20 su Wikipedia.