Sistemi e tecnologie elettroniche/Il transistore bipolare

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Il transistore è un dispositivo elettronico caratterizzato da:

  • almeno tre terminali, uno dei quali individua il terminale comune tra la porta[1] di ingresso e la porta di uscita;
  • una corrente di uscita Iu che dipende, oltre che dalla tensione di uscita Vu, anche dal segnale di ingresso:
    • transistore bipolare: (analogico) la caratteristica di uscita Iu(Vu,Ii) è controllata in corrente Ii;
    • transistore a effetto di campo (FET): (digitale) la caratteristica di uscita Iu(Vu,Vi) è controllata in tensione Vi.

I transistori trovano applicazione nei generatori pilotati, negli amplificatori, nei circuiti digitali... Per le leggi di Kirchhoff:

{I1+I2+I3=0V21=V2V1=V23V13

Il transistore bipolare a giunzione è un dispositivo caratterizzato da tre terminali detti emettitore, base e collettore, che corrispondono alle tre regioni ottenute unendo due giunzioni pn in antiserie.

Regioni di funzionamento

A seconda della polarizzazione delle due giunzioni, si hanno quattro regioni di funzionamento:

  • regione attiva diretta: giunzione BE in diretta (VBE>0), giunzione BC in inversa (VBC<0);
  • regione attiva inversa: giunzione BE in inversa (VBE<0), giunzione BC in diretta (VBC>0): le prestazioni da amplificatore sono pessime perché il transistore bipolare non è ottimizzato in termini di livelli di drogaggio per lavorare in regione attiva inversa;
  • regione di interdizione: giunzione BE in inversa (VBE<0), giunzione BC in inversa (VBC<0): approssima il circuito aperto (ICIE0) perché i portatori maggioritari non sono spinti dall'emettitore al collettore;
  • regione di saturazione: giunzione BE in diretta (VBE>0), giunzione BC in diretta (VBC>0): approssima il cortocircuito perché la caduta di potenziale è trascurabile (VCE=VBEVBC0) con un forte flusso di corrente.

Le regioni attive sono usate per le applicazioni analogiche, le altre due per le applicazioni digitali.

Regione attiva diretta

Uso come amplificatore (analogico)

Si collegano un generatore di corrente Ii e una resistenza di carico Rc a un transistore che lavora in condizioni di piccolo segnale. Un amplificatore richiede una relazione lineare tra ingresso e uscita:

{Iu(Vu,Ii)=Iu(Vu0+vuss(t),Ii0+iiss(t))Iu(Vu0,Iu0)+IuVu|(Vu0,Iu0)vuss(t)+IuIi|(Vu0,Iu0)iiss(t)Iu(Vu,Ii)=Iu0+iuss(t)=Iu(Vu0,Iu0)+iuss(t){iuss(t)=IuVu|(Vu0,Iu0)vuss(t)+IuIi|(Vu0,Iu0)iiss(t)iuss(t)=Ciiss(t){C=IuIi|(Vu0,Iu0)IuVu|(Vu0,Iu0)vuss(t)=0Iu(Vu)=cost.

Affinché sia un amplificatore, la caratteristica di uscita Iu deve dipendere da Vi ma non da Vu.

Descrizione qualitativa

Per esempio, nel transistore npn:

  1. la tensione di polarizzazione diretta applicata sulla giunzione np a sinistra spinge gli elettroni liberi maggioritari dal suo lato n (emettitore) alla regione p (base) in comune con la giunzione pn a destra;
  2. se la base è abbastanza sottile (in particolare più corta della lunghezza di diffusione), gli elettroni non fanno in tempo a ricombinarsi ed entrano nella regione svuotata della giunzione pn a destra;
  3. la tensione di polarizzazione inversa della giunzione pn a destra li spinge verso il suo lato n (collettore), creando una corrente di trascinamento.

In questo modo, la corrente di trascinamento generata è molto più alta di quella che si otterrebbe da una giunzione pn isolata, perché ai portatori minoritari della giunzione pn a destra si aggiungono i portatori maggioritari provenienti dalla giunzione np a sinistra; per questo motivo, la corrente di trascinamento generata è fortemente dipendente dalla tensione di polarizzazione diretta applicata alla giunzione pn il cui lato n è l'emettitore, e viceversa per il collettore → il transistore bipolare è un amplificatore perché la corrente di uscita IC è indipendente dalla tensione applicata sull'uscita VCE.

Nonostante sia geometricamente simmetrica, la struttura del transistore bipolare non è simmetrica in quanto i livelli di drogaggio dell'emettitore e del collettore differiscono in modo che il transistore sia ottimizzato per lavorare in regione attiva diretta.

Descrizione quantitativa

Le concentrazioni di portatori minoritari ai confini delle regioni di svuotamento seguono le leggi delle giunzioni:

  • regione di svuotamento tra emettitore e base:
    {pn(xE)=ni2NDE(eVBEVT1)np(xE+)=ni2NAB(eVBEVT1)
  • regione di svuotamento tra base e collettore:
    {np(xC)=ni2NAB(eVBCVT1)pn(xC+)=ni2NDC(eVBCVT1)

Poiché i bordi della giunzione sono dei contatti ohmici, non ci sono portatori minoritari in eccesso. Spesso l'emettitore e la base sono lati corti e il collettore è un lato lungo → gli eccessi di portatori minoritari hanno un andamento esponenziale nel collettore e lineare nella base e nell'emettitore → le correnti di diffusione, legate alle derivate degli eccessi di portatori minoritari,[2] sono costanti nella base e nell'emettitore, ed esponenziali ma molto piccole nel collettore.

Il flusso F di portatori è il numero di portatori per unità di tempo e di area che si spostano:

{|Jdiffn|=q|Fn||Jdiffp|=q|Fp|

In totale sono presenti 5 flussi di carica:

{IE=qAFnEBqAFpBEIC=qAFnBC+(qAFnBC0+qAFpCB0)=qAFnBC+ICB0qAFnBC

dove:

  • la corrente IE deriva dal moto di portatori in corrispondenza della regione svuotata tra emettitore e base;
  • la corrente IC deriva dal moto di portatori in corrispondenza della regione svuotata tra base e collettore.

Il flusso FnBC dei portatori maggioritari provenienti dall'emettitore si aggiunge ai flussi FnBC0 e FpBC0 di portatori minoritari che avrebbe il collettore se fosse isolato dall'emettitore, e che danno origine alla piccolissima corrente inversa di saturazione ICB0.

Parametri di efficienza del dispositivo a transistore

Il comportamento da amplificatore è accentuabile minimizzando la corrente di ingresso IB:

{IB+IC+IE=0IB0ICIE

cioè minimizzando il flusso di lacune maggioritarie FpBE tra base ed emettitore con un differente livello di drogaggio tra base ed emettitore:

{IB=ICIE=qAFnEB+qAFnBEqAFnBCICIENABNDEFpBE0{IB0FnEBFnBC

I fattori di merito del transistore sono due parametri che misurano la qualità del dispositivo, perché sono tanto più vicini a 1 quanto più è minimizzata la corrente di ingresso IB:

  • la condizione FpBE0 è misurata dall'efficienza di iniezione di emettitore γ:
γ=FnEBFnEB+FpBE1
che per avvicinarsi all'idealità impone la seguente condizione sui livelli di drogaggio di base NAB ed emettitore NDE:[3]
γ=11+DpEDnBNABNDEwBwE1NABNDE
  • la condizione FnEBFnBC è misurata dal fattore di trasporto di base b:
b=FnBCFnEB1
che per avvicinarsi all'idealità impone che la base sia un lato corto:
b=1coshwBLnB0wBLnB

Altri parametri descrivono l'efficienza del dispositivo:

  • l'amplificazione di corrente a base comune αF, idealmente pari a 1, lega la corrente IC del collettore alla corrente IE dell'emettitore:
αF=γb<1IC=αFIE+ICB0αFIE
dove la corrente inversa di saturazione ICB0 è detta corrente di collettore a emettitore aperto (cioè se IE=0IC=ICB0);
  • l'amplificazione di corrente a emettitore comune βF, idealmente molto grande,[4] lega la corrente IC del collettore alla corrente IB della base:
βF=αF1αFIC=βFIB+ICE0
dove ICE0 è la corrente di collettore a base aperta (IB=0):
{ICE0=βFαFICB0αF1{ICE0βFICB0ICB00ICβFIB

Modello statico di Ebers Moll

Configurazione a base comune

Il modello statico di Ebers Moll generalizza il funzionamento in regione attiva diretta → vale in ogni regione di funzionamento indipendentemente dalla polarizzazione delle tensioni applicate:

{IE=IF+αRIRIC=IR+αFIF

dove:

  • IF e IR sono le caratteristiche statiche delle singole giunzioni:
    {IF=IE0(eVBEVT1)IR=IC0(eVBCVT1)
  • αR è l'amplificazione di corrente a base comune in regione attiva inversa, legata ad αF dalla condizione di reciprocità:
    αRIC0=αFIE0

Il circuito equivalente sostituisce a ogni giunzione il parallelo tra un diodo, rappresentante il flusso di corrente che la giunzione avrebbe se fosse isolata, e un generatore pilotato di corrente, rappresentante il contributo in corrente proveniente dall'altra giunzione:

  • regione attiva diretta: la corrente dei portatori minoritari della giunzione base-collettore IR è trascurabile:
    {IE=IFIC=αFIFIB=ICIE{ICαFIE=αFIE0(eVBEVT1)IB(1αF)IE
  • regione attiva inversa: la corrente dei portatori minoritari della giunzione base-emettitore IE è trascurabile:
    {IC=IRIE=αRIRIEαRIC

Configurazione a emettitore comune

Il modello statico di Ebers Moll descrive un transistore in configurazione a base comune:

{IE=f(VBE,VBC)IC=f(VBE,VBC)

Nella configurazione a emettitore comune, l'ingresso è la corrente IB entrante nella base, e l'uscita è la corrente IC entrante nel collettore. Il terminale in comune tra ingresso e uscita è l'emettitore, a cui fanno riferimento tutte le tensioni:

{IB=f(VBE,VCE)IC=f(VBE,VCE)

In regione attiva diretta (VCE0,2V):

  • la caratteristica di ingresso IB(VBE,VCE), per ogni tensione VBE fissata, è indipendente dalla tensione VCE, e quindi VBC, applicata, ed è approssimabile a una "spezzata" nel punto di accensione (VBE=0,5÷0,6V per il silicio);
  • la corrente di uscita IC(VBE,VCE), per ogni corrente di ingresso IB(VBE,VCE) fissata, è indipendente dalla tensione VCE applicata,[5] ed è approssimabile con un "pettine" e con una resistenza finita in condizioni di saturazione.

Uso in commutazione (digitale)

Il circuito in figura impone una retta di carico alla porta di uscita (collettore):

VCC=RCIC+VCE

Il transistore bipolare può essere usato nelle applicazioni digitali commutando, attraverso la scelta della corrente di ingresso IB, tra la regione di saturazione (VCE=VCEsat0) e quella di interdizione (IC=0).

Il punto di funzionamento (IC0,VCE0) del transistore è l'intersezione tra la retta di carico e la caratteristica di uscita IC=βFIB:

  • interdizione (circuito aperto):
    IB0{IC00VCE0VCC
  • saturazione/conduzione (cortocircuito):
    IBIC0βF{IC0=VCCVCEsatRCVCCRCVCE0VCEsat

Più la corrente IB è elevata, più si garantisce che la tensione VCE0 sia compresa nella regione di saturazione (VCE0<VCEsat), e più è bassa la potenza dissipata P=VCE0IC0VCE0(βFminIB) → per massimizzare la corrente IB così da minimizzare la tensione VCE0, conviene scegliere l'estremo inferiore βFmin della fascia di incertezza di βF.

Effetto Early

In regione attiva diretta, a un aumento della tensione VCE corrisponde un aumento[6] della tensione di polarizzazione inversa VBC → la regione svuotata della giunzione base-collettore allarga i propri confini xp e xn, in particolare avvicinandosi all'emettitore dalla parte della base → aumenta il flusso di elettroni maggioritari provenienti dall'emettitore → le caratteristiche di uscita IC(VCE) non sono più idealmente costanti al variare della tensione di uscita VCE, ma convergono alla tensione di Early VA con pendenza IC0VA+VC0.

Per minimizzare l'effetto Early, poiché vale la condizione di neutralità:

NABxp=NDCxnNABNDC=xpxn=cost.

si può minimizzare l'estensione del confine xp nella base imponendo un differente livello di drogaggio tra base e collettore:

NABNDC

in modo che la regione di svuotamento si estenda di più nel collettore dalla parte del confine xn. In definitiva:

NDENABNDC

Fenomeni di breakdown

L'allargamento della regione svuotata verso l'emettitore può portare al breakdown per perforazione diretta (la base "sfora" nella regione svuotata della giunzione base-emettitore) o per effetto valanga: si verifica quindi un forte aumento della tensione VCE e della corrente di uscita IC, e quindi della potenza dissipata.

Modello dinamico di Ebers Moll

Modello dinamico di ampio segnale

Il modello dinamico di ampio segnale aggiunge al modello statico di Ebers Moll:

  • due coppie di condensatori (non lineari) in parallelo, che tengono conto degli effetti capacitivi di ritardo associati alle singole giunzioni (ovvero la capacità di svuotamento Cs(v) e la capacità di diffusione Cd(v));
  • tre resistenze parassite collegate ai tre terminali, che tengono conto delle perdite in prestazioni.

Modello statico[7] di piccolo segnale

Scomponendo, linearizzando e approssimando in piccolo segnale le caratteristiche IC e IB della configurazione a emettitore comune, si trovano le espressioni del doppio bipolo transistore:

{iBss(t)=iBvBE|(VBE0,VCE0)vBEss(t)+iBvCE|(VBE0,VCE0)vCEss(t)=g11vBEss(t)+g12vCEss(t)iCss(t)=iCvBE|(VBE0,VCE0)vBEss(t)+iCvCE|(VBE0,VCE0)vCEss(t)=g21vBEss(t)+g22vCEss(t)

dove, in regione attiva diretta:

  • g11 e g22 sono delle conduttanze:
    {g11=iBvBE|(VBE0,VCE0)=g21βF=IC0βFVTg22=iCvCE|(VBE0,VCE0)=IC0VA+VC0IC0VA
  • g12 e g21 sono delle trans-conduttanze:
    {g12=iBvCE|(VBE0,VCE0)=g22βFIC0βFVAg21=iCvBE|(VBE0,VCE0)=IC0VT

Le equazioni sono interpretabili circuitalmente come il circuito a π in figura, dove:

rπ=1g11=βFVTIC0ro=1g22=VAIC0rμ=1g12=βFVAIC0gm=g21=IC0VT

gm è la transconduttanza del transistore nel suo punto di funzionamento a riposo, e lega la corrente di uscita iC e la tensione di ingresso VBE → per avere un'amplificazione elevata, il transistore va polarizzato con una corrente di collettore IC0 elevata. In assenza di effetto Early, le resistenze rμ e ro che modellizzano le perdite non hanno più influenza:

VA+{rμ+ro+

Modello dinamico di piccolo segnale

Gli effetti capacitivi che tengono conto del comportamento dinamico sono dati dai contributi della capacità di svuotamento Cs(v) della giunzione base-collettore e della capacità di diffusione Cd(v) della giunzione base-emettitore. Ad alta frequenza, i condensatori si approssimano al cortocircuito → impediscono al dispositivo di funzionare.

Note

  1. La porta è una coppia di terminali tali che la corrente che esce da uno entra dall'altro.
  2. Per i portatori maggioritari si assumono le ipotesi semplificative (condizioni stazionarie e fenomeni di generazione/ricombinazione trascurabili) → il loro contributo in corrente è esprimibile in funzione di quello dei portatori minoritari.
  3. La base e l'emettitore sono supposti essere lati corti.
  4. Proprio perché βF è un valore molto grande rispetto ad αF da cui deriva, l'errore di αF si propaga molto in βF:
    ΔβFβFβFΔαFαF
  5. Anche in regione attiva inversa la corrente di uscita è indipendente, ma essa risulta amplificata molto meno.
  6. in valore assoluto
  7. Il modello statico è approssimativamente valido, oltre che per il punto di funzionamento a riposo, anche per segnali tempo-varianti a basse frequenze, poiché si possono trascurare gli effetti capacitivi.